Il centrodestra si prende la guida della Regione Abruzzo: è un distacco schiacciante quello inflitto a tutti gli altri candidati da parte del neo governatore Marco Marsilio. Con quasi il 49% delle preferenze assegnate, è avanti (e di gran lunga) allo sfidante del centrosinistra Giovanni Legnini fermo al 31,4% ed alla candidata del Movimento 5 stelle, Sara Marcozzi, "arenatasi" al 18,2%.

LEGA PRIMO PARTITO
Lega primo partito con il 28,7%; Pd all'11,6%. Affluenza in calo al 53,12%. "Grazie Abruzzo! Grazie Italia. Più forti degli attacchi, delle bugie e delle polemiche: da domani al lavoro!", ha scritto il vicepremier e leader del Carroccio, Matteo Salvini, su Twitter.

"SBALZATO" IL GOVERNO PD
Un quadro che è apparso subito chiaro con numeri impossibili da raggiungere già dai primi instant poll. Poi le prime proiezioni non hanno fatto altro che dare conferme via via che arrivavano i dati reali dagli scrutini. L'Abruzzo ha un nuovo presidente sbalzando il governo regionale uscente a matrice Pd di Luciano D'Alfonso la cui elezione a senatore lo scorso 4 marzo alle politiche e le sue conseguenti dimissioni da governatore, ha determinato le consultazioni anticipate.

LE PAROLE DI BERLUSCONI
Secondo il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, il voto dell'Abruzzo ha confermato che "il centrodestra è la maggioranza naturale fra gli elettori". Un voto "importante per il futuro della politica italiana", ha detto. A festeggiare la vittoria di Marco Marsilio (Fdi, Lega, Forza Italia, Udc-Dc-Idea e Azione Politica) la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, arrivata in nottata a Pescara al comitato Marsilio presidente. Tra loro due un lungo abbraccio e poi lo spumante.

MELONI: "GIORNATA STORICA"
"Una giornata storica - ha detto Meloni - FdI riesce a esprimere il suo primo presidente di Regione". Marsilio, figlio di abruzzesi di Tocco da Casauria (Pescara), ha scelto un vino prodotto nella sua città per brindare e ha risposto in dialetto a chi gli chiedeva se sia abruzzese, visto gli attacchi dagli avversari sul fatto che non sia nato e cresciuto in Abruzzo. "Freght!", ha esclamato, come a dire, "certo!". "Con questa squadra daremo un futuro all'Abruzzo come meritano gli abruzzesi", ha proseguito sottolineando che la "priorità assoluta è la ricostruzione" dopo il 2016 e 2017.

RIFLESSIONI IN CASA CENTROSINISTRA
In casa centrosinistra si guarda al risultato del progetto politico, con 7 liste (Legnini Presidente, Abruzzo Insieme, Avanti Abruzzo, Abruzzo in Comune, +Abruzzo, Progressisti per Legnini, Centristi per l'Europa-Solidali e popolari) e il Pd. "Siamo oltre il 30%, vorrei ricordare che l'anno scorso il centrosinistra in Abruzzo, compreso Leu, ha conseguito un risultato del 17,6%, abbiamo avuto 10 punti in più ma non è stato sufficiente. Si tratta di un punto di partenza e oltre il 30% ottenuto in due mesi, mi sembra un risultato importante", ha detto Legnini.

IL M5S ATTACCA LE "AMMUCCHIATE"
Nel MoVimento 5 Stelle la candidata Sara Marcozzi difende l'operato e attacca quelle che chiama le "ammucchiate". "Non abbiamo nulla da rimproverarci. Ci è stata confermata la fiducia di 5 anni fa. "La debacle è del Pd dal 25% del 2014 al 9-10% di quest'anno, stessa cosa per Forza Italia dal 16% al 10%. E' successo quello che dicevamo da anni". vittoria netta del candidato Marco Marsilio alle elezioni regionali, con ampio margine, che riporta il centrodestra al governo della regione dopo cinque anni, dal 2014 con Luciano D'Alfonso. Un risultato che avrà ripercussioni non solo sulla politica locale ma anche a livello nazionale.

IL DATO STATISTICO
Le elezioni regionali in Abruzzo segnano il ribaltone tra Carroccio e movimento pentastellato. Alle politiche del 2018 il partito di Salvini era infatti al 13,87%, mentre i 5Stelle avevano addirittura sfiorato il 40%. Guardando il dato delle regionali 2019 i Cinque stelle hanno praticamente dimezzato i consensi, scendendo sotto il 20% e la Lega, all'opposto, è arrivata al 27,52%. Ancora, analizzando i risultati della precedente tornata regionale (2014), la crescita dei salviniani appare decisamente più netta: allora infatti neanche presentarono la lista. Il M5S, invece, aveva appena due punti in più rispetto al 2019. Il Centrosinistra, crollato alle politiche (17,62%) rispetto al 2014 (46,36%), risale al 30,63%.