Durante il mese di gennaio l’Uruguay ha ricevuto 432mila visitatori che hanno speso in totale 354.191.000 dollari: ad annunciarlo lo scorso lunedì è stato il ministro del Turismo, Liliam Kechichián, che ha diffuso i primi dati disponibili sulla stagione estiva di questo 2019.

Si tratta di numeri che generano preoccupazione se comparati con il gennaio dello scorso anno e che evidenziano una forte diminuzione del 29% anche se -bisogna ricordare- quello del 2018 è stato l’anno dei record difficilmente ripetibile. Il ministro, da parte sua, ha salutato invece con grande soddisfazione l’aumento delle spese dei turisti nel mese di gennaio: la spesa media è stata di 820 dollari (+15% rispetto al 2018) con una media per persona di de 117 dollari (+23% rispetto al 2018).

“In termini di visitatori” -ha affermato la Kechichián- “abbiamo avuto un mese di gennaio simile a quello del 2016 che fu un anno positivo ma di certo non eccezionale come il 2017 e il 2018”. A cosa si deve la caduta del turismo in Uruguay? Sono diversi i fattori che hanno influenzato le statistiche secondo le analisi del Ministero a cominciare dalla situazione economica della vicina Argentina la cui presenza (da sempre fondamentale) è praticamente crollata del 40%: ci sono stati circa 300mila arrivi, quasi 200mila in meno rispetto allo scorso anno.

Tuttavia, c’è fiducia per il mantenimento del numero dei turisti brasiliani e per l’aumento di visitanti paraguaiani, cileni, europei, nordamericani e uruguaiani residenti all’estero: “Chiaramente questi turisti non possono equiparare in numeri gli argentini ma sono riusciti comunque ad ammortizzare bene la caduta”.

Tra le voci più pessimiste che si erano sollevate nei giorni scorsi su questa prima parte della stagione, gli operatori turistici di Piriápolis avevano segnalato un panorama estremamente negativo simile a quello del 2002. Così ha risposto il ministro Kechichián: “In questi giorni stiamo sentendo diversi commenti che parlano di un gennaio simile al 2002 ma bisogna dire che i numeri smentiscono totalmente questi pronostici”. Un altro fattore che avrebbe pesantemente inciso sulla diminuzione degli arrivi nel mese di gennaio, secondo il ministro, sarebbe dovuto alla presenza dei cianobatteri, delle pericolose sostanze di colore verde che galleggiano in acqua, avvistate soprattutto a Montevideo ma anche negli altri dipartimenti dell’est.

“Ovviamente i cianobatteri e le piogge intense dei primi giorni di gennaio hanno avuto delle conseguenze negative considerando che in genere ci si aspetta un gennaio con sole e a mare. Guardando le previsioni del tempo, molta gente ha preferito restare a casa”. Riferendosi al problema dei batteri sulla costa uruguaiana, ha affermato che “è difficile prevedere fenomeni naturali” anche perché in questo caso “ci sono tanti aspetti da considerare come la temperatura dell’acqua, la salinità, le correnti, l’affluenza dell’acqua del fiume o dell’oceano. In ogni caso, con le temperature più basse riteniamo che possano presto sparire”.

Matteo Forciniti