Il Caffè frequentato da Vivaldi e Casanova, la gioielleria amata da Grace Kelly e Liz Taylor e con loro una ventina di attività commerciali che non sono semplici "negozi" ma sono in realtà pezzi di storia, in molti casi capolavori architettonici e artistici.

Entro il 2020 scadranno infatti le concessioni di una ventina di esercizi commerciali delle Procuratie e di piazza San Marco e, in quanto proprietà del Demanio, saranno messe all'asta al migliore offerente per una convenzione della durata di sei anni.

Nulla di nuovo, se non che oggi, nell'epoca di internet, del "tutto pubblico" e del "tutto accessibile" le concessioni che per anni sono passate da veneziano a veneziano fanno gola a molti.

Soprattutto a quelle multinazionali e grandi catene che nulla hanno a che vedere con la storia di Venezia e tutto avrebbero da guadagnare da una vetrina così prestigiosa. "Si tratta di una norma nazionale relativa a beni del Demanio che non possiamo non applicare - ha spiegato all'Agi l'assessore al Bilancio del Comune di Venezia Michele Zuin - ma esiste un decreto legislativo che ci dà la possibilità, d'intesa con la Regione e sentita la Sovrintendenza, di adottare dei provvedimenti limitativi ad esercizi ed attività economiche"

"Così come abbiamo recentemente vietato l'apertura in tutta la città antica dei take away - ha continuato - sicuramente cercheremo di fare un provvedimento che tuteli gli esercizi storici, i negozi di artigianato e in grado di mantenere la qualità dell'offerta adatta ad un luogo quasi sacro".

Di certo non sarà una partita semplice se si considera i capitali in gioco, proibitivi per una negozio che per quanto storico e di raffinato pregio non abbia dei bilanci più che floridi.

Per intenderci gli ultimi bandi avevano visto assegnare esercizi commerciali da poco più di cento metri quadrati ad un valore di 290 mila euro all'anno, circa 24 mila euro al mese.

Il presidente Veneto di Federalberghi e di Confturismo Veneto, Marco Michielli, ha definito il meccanismo "diabolico". "È semplicemente impensabile che a Venezia arrivi un McDonald's al posto del Caffè Florian - ha spiegato - tutti gli sforzi che sta facendo il Comune di Venezia per salvaguardare il centro e riportare il decoro all'interno della città sarebbero vani. Si immagini, per ipotesi, una catena di fast-food americana o una multinazionale del sushi di Singapore: sarebbero in grado di pagare cifre impensabili anche solo per garantirsi il ritorno promozionale di una vetrina in piazza San Marco. Noi diciamo e ribadiamo: giù le mani da Venezia".