Investimenti fermi, una 'quota cento' che non farà crescere l'occupazione, un aumento dei consumi dovuto al reddito di cittadinanza limitato allo 0,15%: queste le principali considerazioni formulate dalla Commissione Ue nel rapporto sull'Italia che sarà reso noto domani.

Secondo quanto appreso dall'Ansa, dal documento emerge un giudizio negativo sulla situazione economica poiché, per Bruxelles, gli interventi messi in campo non sosterranno la crescita ma potrebbero invece far aumentare il debito.

Tra gli elementi causa di preoccupazione evidenziati nel rapporto c'è la dinamica degli investimenti, segnalata in discesa sia per quelli nazionali che per quelli provenienti dall'estero. E questo senza che all'orizzonte, si osserva a Bruxelles, ci siano azioni che facciano prevedere una inversione del trend in atto. Ma la misura più contestata dal documento è quella su 'quota cento'.

Soprattutto perché la Commissione non crede che, specie in un contesto recessivo, tutti coloro che lasceranno il lavoro saranno rimpiazzati. Mentre la crescita del deficit strutturale dovuta a questa misura - che va contro le raccomandazioni rivolte ripetutamente a tutti i Paesi in questi ultimi anni in materia di sostenibilità dei sistemi pensionistici nazionali - viene data per scontata.

Meno duro è invece il giudizio, che resta però tendenzialmente negativo, sul reddito di cittadinanza. In attesa di vedere come la misura sarà applicata, la Commissione lascia aperta la sua valutazione limitandosi a indicare che l'intervento avrà un impatto sulla crescita dei consumi limitato allo 0,15% su base annua.

Nel rapporto vengono poi anche ribaditi i 'classici' mali del 'sistema Italia' già evidenziati più volte dalle analisi dell'Ue: dalla lentezza del sistema giudiziario, ai punti deboli del sistema bancario, alla necessità di rilanciare l'efficienza della pubblica amministrazione e di facilitare l'accesso al credito.

Per il sesto anno consecutivo l'Italia resta tra i Paesi con squilibri macroeconomici eccessivi assieme a Grecia e Cipro. Secondo quanto si apprende, la Commissione Ue ha una serie di timori a partire dal debito pubblico che non scenderà in modo significativo né quest'anno né il prossimo. Preoccupano anche le deboli prospettive economiche e le misure del Governo che appesantiranno i conti. Ma il nuovo giudizio arriverà soltanto dopo le elezioni europee, e sarà basato sul Def di aprile.