Carlo Ancelotti e il Napoli, un matrimonio fin dal primo giorno. Dopo aver allenato i club più forti del pianeta, il tecnico emiliano ha accettato la scommessa azzurra e il feeling con l’ambiente è stato immediato.

In un’intervista alla Stampa, Carletto ha riservato parole al miele alla piazza: “Il gruppo dei giocatori è meno formato rispetto a Real, Bayern o Chelsea, quindi puoi incidere di più. In questo mi ricorda l’esperienza al Milan. E De Laurentiis è simile a Berlusconi, gestisce la società come una grande famiglia. E io mi sento uno di famiglia”.

Sulla supersfida con la Juve ha detto: “La classifica non mente. Merito della Juve e demerito nostro. Loro sono sopra la media, noi dentro una media molto elevata. Abbiamo sbagliato poche partite e fatto un campionato buono, ma è un giudizio annacquato dalla straordinarietà della Juve. Verranno qui per chiudere la pratica scudetto sfruttando le loro caratteristiche: difesa solida, contropiede, agonismo, velocità. Certo se vincono possono pensare ad altro, se perdono devono stare ancora all’erta”.

SUI TALENTI AZZURRI.

Meret? “E’ un grande talento, a livello tecnico mi ricorda il primo Buffon”.

Koulibaly? “Appartiene alla categoria di Maldini, Thuram, Thiago Silva e Sergio Ramos. È molto intelligente, di solito chi è così forte e veloce pensa che non serva altro per risolvere i problemi. Io divido i giocatori in ottimisti e pessimisti. Lui è pessimista, sa che non basta solo quello. Per cui è molto attento e ha una forte personalità”.

Insigne? “La sua crescita sta nel trovare continuità. Deve raggiungerla anche attraverso le pause, basta che non siano ripetute. Al talento non puoi chiedere troppo: nel Real a Ronaldo piaceva giocare a sinistra, avrebbe dovuto lavorare anche in copertura, ma neanche ci provavo. Preferivo aggiustarmi sacrificando altri”.