Nell'ultimo rilevamento di Nando Pagnoncelli per il Corriere della sera il M5s affonda. Il Movimento guidato da Di Maio in un rilevamento svolto il 28 febbraio sulle intenzioni di voto è sceso al 21,2%, 11,5 punti in meno rispetto alle Politiche di un anno fa quando prese il 32,7%. Un crollo verticale e inarrestabile guardando anche i rilevamenti precedenti partito all'inizio di quest'anno.

Di contro la Lega sarebbe giunta al suo massimo storico (per il momento) sfiorando il 36% (35,9%) più che raddoppiando i voti presi alle Politiche un anno fa. Il Pd conferma il dato delle Politiche, 18,5% (18,7% un anno fa) e Forza Italia dà piccoli segnali di ripresa guadagnando l'8,6%, (8,1% nel rilevamento del 7 febbraio), ma molto indietro rispetto a un anno fa, quando si attestò al 14%. Tengono Fratelli d'Italia al 4% e +Europa, sempre al 4%. Sostanzialmente stabile LeU, al 2,4%. Sempre alta la quota degli indecisi+non voto, al 43,6%.

"Oggi le intenzioni di voto sembrano in parte inserirsi nel corso segnato dalle elezioni regionali - scrive Pagnoncelli -. I disagi per una serie di temi (dalle grandi opere all'immigrazione, dal decreto Sicurezza all'autonomia regionale) sui quali le posizioni del gruppo dirigente pentastellato appaiono in alcuni casi eccessivamente acquiescenti verso la Lega, provocano allontanamento in parte dei sostenitori. In sostanza la Lega diventa punto di riferimento di un vasto elettorato trasversale.

Il M5s vede flussi in uscita in due direzioni: il più rilevante verso l'astensione, dove transitano gli elettori critici verso la subalternità alla Lega e che si richiamano ai valori originari, e un secondo flusso meno consistente, ma apprezzabile verso la Lega. Le perdite principali si registrano in questo caso tra gli elettori di livello medio/alto, professionalizzati e scolarizzati, studenti, che si sono spostati prevalentemente nell'area dell'astensione, ma anche fra i lavoratori autonomi che presumibilmente hanno invece scelto di spostarsi sulla Lega".