Una domenica, quella odierna, fondamentale per il Partito democratico. Già, perché oggi ci sono le primarie che decideranno chi tra Roberto Giachetti, Maurizio Martina e Nicola Zingaretti sarà il nuovo segretario. Con quest’ultimo che parte con il favore dei pronostici. A seguire, proprio l’ex segretario. Indietro nei "sondaggi", Giachetti, che però ha tenuto a precisare che "non ho mai detto che se non vinco me ne vado, io sono fatto di un'altra pasta. Io ho detto che se prevale, democraticamente, una linea che porta all'accordo con M5S, tolgo il disturbo. Voglio andare avanti, non sono disponibile a tornare indietro per far rientrare quelli che hanno distrutto il Pd".

L’attuale esecutivo è nel mirino anche di Martina che ha lanciato un ultimo appello tramite Facebook: "Vi rubo pochi secondi per chiedervi di fare il massimo in queste ore fino a domenica perché tanti elettori del Partito democratico partecipino alle nostre primarie. Pensiamo all'Italia. Pensiamo prima di tutto al bisogno che c’è di costruire un'alternativa forte, sociale, popolare a questo governo pericoloso che ci sta facendo fare clamorosi passi indietro". Per poi proseguire: "Serve una nuova stagione dei democratici, serve un nuovo Partito democratico unito, aperto, plurale. Io – ha concluso - mi candido per questo, noi ci candidiamo per questo. Sarà un grande lavoro, sarà un lavoro soprattutto per gli italiani, fianco a fianco come devono fare i democratici in questo tempo".

Da un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Zingaretti si è detto convinto che presto arriverà un vero tornado: "Siamo alla vigilia di un generale e rapido sommovimento della geografia politica italiana". Questo lo scenario previsto dal governatore del Lazio: "Quando la polarizzazione sarà tra un campo democratico e la risorgente destra illiberale, xenofoba e razzista, tante forze moderate dialogheranno con un Pd aperto, unitario e capace di andarsi a riprendere il suo popolo".

Di certo i tre candidati, oltre a un’avversione verso l’esecutivo gialloverde, si trovano d’accordo anche su altro: mai un governo con il M5S. Intanto ieri ha fatto sapere il suo pensiero anche Matteo Renzi, il quale non ha detto ancora apertamente chi voterà. Ma intanto ne ha approfittato per fare gli auguri ai tre candidati per calmare le acque: "Chiunque vinca non dovrà temere da parte mia alcuna guerriglia come quella che io ho subito. Alcuni media dicono che si deve andare a votare contro di me. Io penso che sia il riflesso condizionato di chi a sinistra combatte da sempre il Matteo sbagliato. Le primarie del Pd sono per l'Italia; al massimo sono contro Salvini e Di Maio. Ok, anche se votasse meno gente dell'altra volta non significa nulla: il Pd è l'unica forza politica che si affida alla democrazia, altro che piattaforma Rousseau. Grazie ai volontari dei gazebo".