Oggi il Guglielmo Marconi di Bologna è l'ottavo aeroporto d'Italia. È classificato come uno scalo 'strategico' dell'area Centro-Nord nel Piano Nazionale degli Aeroporti predisposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Lo scalo emiliano ha avuto nel 2017 un traffico di 8,2 milioni di passeggeri, dei quali il 76% si è imbarcato su voli internazionali.

Se l'avvio ufficiale dei trasporti aerei a Bologna si fa risalire al 1963, quando Itavia iniziò a collegare il capoluogo emiliano con Roma, la storia dell'aeroporto felsineo va indietro nel tempo. Con l'Aero Club Bologna negli anni Venti e Trenta fu costituita la IV zona della corporazione Nazionale dell'Aeronautica dove venivano addestrati i piloti e il campo di aviazione che successivamente venne allestito, l'Aeroporto di Bologna, si identificava già nella zona dove ora si trova il Guglielmo Marconi. Denominazione quest'ultima che divenne ufficiale nel 1978, per volontà dell'ingegner Stagni, l'anima dello scalo all'epoca, grazie al quale l'aeroporto cominciò la sua crescita.

Sempre in quell'anno arrivò Alitalia per introdurre i primi due collegamenti internazionali, Parigi, trisettimanale e Francoforte, due volte alla settimana, voli operati con DC9/32. Se l'autentico boom dello scalo è cominciato negli anni Ottanta, per vedere il primo volo con destinazione Stati Uniti, si è dovuto attendere il 2005, con il New York di Eurofly.