"Siamo consapevoli che in un anno di Governo, e nonostante le mirabolanti promesse, non è ragionevolmente ipotizzabile "cambiare il mondo", come era stato annunciato. Pur tuttavia un anno è un tempo più che sufficiente per individuare e analizzare i problemi più urgenti ed avviare un abbozzo di attività per la loro soluzione. Ma dopo un anno di Governo gialloverde e con un sottosegretario agli Esteri che dovrebbe rappresentare lo strumento attivo per la tutela dei diritti del mondo dell’emigrazione, in particolare in America Latina, i problemi e le aspettative dei nostri connazionali in quel continente, in materia di previdenza, assistenza, fisco e sanità, sono stati in gran parte disattesi o ignorati" - spiegano in una nota i deputati Angela Schirò e Massimo Ungaro, e la senatrice Laura Garavini, - riferendosi a questioni sociali concrete (per evitare il ricorso ad una sterile propaganda politica) da affrontare e risolvere".

"Non c’è traccia nell’attività di Governo, per esempio, dell’avvio di trattative per il rinnovo degli accordi bilaterali di sicurezza sociale oramai obsoleti ed inefficaci (vedi Argentina, Brasile, Stati Uniti, Uruguay e Venezuela) o per la stipula di nuovi accordi (vedi Cile, Perù, Ecuador, Colombia, Costa Rica, Messico, etc.)", elencano i tre parlamentari Pd, che aggiungono: "non è stata avviata alcuna riflessione (nella legge di stabilità per il 2019 e nei decreti collegati) sulla necessità di introdurre una sanatoria degli indebiti previdenziali che colpiscono quasi 100.000 pensioni in convenzione o di rivedere il meccanismo di calcolo delle pensioni in convenzione marchiate dalla vergogna di importi irrisori; non sembra rientrare nell’agenda di lavoro di questo Governo una revisione delle numerose convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni fiscali che invece paradossalmente consentono la tassazione concorrente (ne sanno qualcosa i nostri connazionali che vivono, per esempio, in Brasile, in Canada, in Francia) o di stipulare nuovi accordi fiscali con Paesi come il Perù dove vivono importanti comunità italiane".

E ancora: "è scomparsa (o meglio, non è stata mai inserita) nel calendario dei lavori una valutazione sull’opportunità di esentare i nostri connazionali dal pagamento di imposte e tasse ingiuste come l’IMU, la TASI e la TARI, il Canone RAI e le addizionali regionali e comunali; è assolutamente inesistente la semplice idea di tutelare le nuove mobilità attraverso la stipula di accordi bilaterali di assistenza sanitaria con i Paesi extraeuropei in modo da non costringere gli italiani in uscita e in entrata a dover ricorrere a onerose polizze assicurative o di garantire le cure urgenti ospedaliere gratuite anche agli italiani nati all’estero che rientrano temporaneamente in Italia; inoltre – aggiungono Schirò, Ungaro e Garavini – un Governo attento e sensibile alle questioni sociali dei lavoratori emigrati si attiverebbe con impegno per consolidare e migliorare gli incentivi fiscali ai giovani lavoratori espatriati che desiderano rientrare in Italia e per eliminare la piaga della doppia imposizione fiscale a carico dei giovani espatriati i quali producono reddito all’estero ma non sono iscritti all’AIRE; ed infine a fronte della drammatica ripresa delle migrazioni sarebbe idoneo elaborare politiche e istituire strumenti per accompagnare e gestire con responsabilità e sensibilità il preoccupante fenomeno".

"È prassi diffusa degli esponenti di questo Governo difendere le proprie manchevolezze accusando i Governi precedenti, ma dopo un anno di inattività nel settore auspicheremmo un impeto di disponibilità e reattività al fine di ripristinare nell’agenda di lavoro la tutela dei diritti sociali dei lavoratori emigrati", concludono i tre parlamentari. "Da parte nostra continueremo a sollecitare un maggiore impegno e ad offrire il nostro contributo".