C’era anche l’assessore ai Beni Culturali della Regione Sicilia Sebastiano Tusa, a bordo del volo Ethiopian Airlines diretto a Nairobi e precipitato ieri, domenica 10 marzo, 6 minuti dopo il decollo. Tusa, archeologo di fama internazionale e Sovrintendente del Mare della Regione, figura nella lista dei 157 passeggeri insieme ad altri 7 italiani. Tra le altre vittime italiane ci sono tre volontari di una Onlus di Bergamo, la Africa Tremila. Si tratta del presidente Carlo Spini, la moglie Gabriella e il commercialista bergamasco Matteo Ravasio, tesoriere della Onlus. L’assessore Tusa era diretto in Kenya, per un progetto dell’Unesco, dove era già stato a Natale scorso insieme con la moglie, Valeria Patrizia Li Vigni, direttrice del Museo d’Arte contemporanea di Palazzo Riso a Palermo. Un "tecnico" con la passione per la politica. Docente di Paleontologia presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, Tusa dall’11 aprile 2018 era stato chiamato a ricoprire la carica di assessore ai Beni Culturali per la Regione Sicilia nella giunta guidata dal Governatore Nello Musumeci dopo le dimissioni del critico Vittorio Sgarbi. Morti anche sette cittadini britannici: i 157 passeggeri a bordo erano di 33 nazionalità. Sull’aereo anche i delegati dell’Assemblea dell’Onu per l’Ambiente che si aprirà oggi a Nairobi. Lo conferma Rose Mwebaza della Banca africana per lo sviluppo, si legge sul sito della Bbc, che descrive la tristezza dei delegati a Nairobi per la morte dei colleghi morti nel disastro aereo. Non si sa quanti fossero i delegati alla conferenza a bordo ma nella lista, ancora non completa, delle nazionalità dei passeggeri figurano quattro che viaggiavano con passaporto dell’Onu. Lo schianto è avvenuto vicino alla località di Bishoftud, ad una cinquantina di chilometri a sud della capitale etiope, alle 8.44 locali, 6 minuti dopo il decollo da Addis Abeba. Il pilota aveva avuto l’autorizzazione a rientrare dopo avere segnalato dei problemi dopo il decollo, ha reso noto il ceo della Ethiopian Airlines Tewolde Gebremariam.

L’aereo, un Boeing 737-8 MAX, era un velivolo nuovo, consegnato alla compagnia aerea a metà novembre. "I controlli e la manutenzione di routine non hanno mai rivelato alcun problema – ha sottolineato – Era un aereo nuovo di zecca". Il Boeing 737 precipitato in Etiopia è del tipo "800MAX", lo stesso dell’aereo dell’indonesiana Lion Air che cadde il 29 ottobre scorso nel Mare di Java pochi minuti dopo il decollo causando la morte delle 189 persone a bordo. La Ethiopian Airlines ha pubblicato una foto che mostra l’ad della compagnia in piedi tra le macerie dell’aereo che si è schiantato dopo il decollo da Addis Abeba. Il post, pubblicato sui social media della compagnia aerea, spiega che che "Tewolde Gebremariam è ora sulla scena dell’incidente e si rammarica di confermare che non ci sono sopravvissuti. Esprime la sua profonda vicinanza e le condoglianze alle famiglie dei passeggeri e dei membri dell’equipaggio che hanno perso la vita in questo tragico incidente". L’ufficio del primo ministro dell’Etiopia Abiy Ahmed ha espresso "a nome del governo e del popolo etiope le più sentite condoglianze alle famiglie di coloro che hanno perso i loro cari". Al momento la causa dell’incidente non è ancora chiara. L’Ethiopian Airlines gode di una buona reputazione in termini di sicurezza, una delle migliori in Africa, sebbene nel 2010 – come ricorda la Bbc – un suo aereo precipitò nel Mar Mediterraneo dopo il decollo da Beirut, in Libano. Nell’incidente morirono 90 persone.