I nemici sono gli stessi, tanto per il sistema cardiovascolare quanto per il cervello. Lo rivela uno studio pubblicato sull'European Heart Journal e curato da Simon Cox del Centre for Cognitive Ageing and Cognitive Epidemiology dell’Università di Edimburgo. Secondo la ricerca, in particolare, fumo, pressione alta, diabete e obesità sono in grado di modificare alcune aree chiave per diverse funzioni cognitive, tra cui memoria e ragionamento, molto deteriorate nei pazienti vittime di Alzheimer.

Lo studio scozzese ha riguardato quasi 10mila persone di età compresa tra 44 e 79 anni, di cui è stato misurato il volume totale, il volume della materia grigia e la sua morfologia attraverso una scansione cerebrale. L'analisi ha evidenziato come un elevato rischio cardiovascolare determinato da ipertensione, obesità e diabete si associ spesso a una riduzione del volume della massa grigia quantificabile in circa 18 millimetri. La variazione rispetto alle persone che non convivono con fattori di rischio è del 3%.

"Abbiamo trovato che a un maggior rischio vascolare corrisponde una struttura cerebrale peggiore, anche in adulti altrimenti sani", il commento di Simon Cox. "Ciò è vero sia per adulti di mezza età sia per persone anziane, e ad ogni fattore di rischio in più aumenta il danno visibile alla salute del cervello”.