Blutec nella bufera. La guardia di Finanza ha arrestato i vertici dell’azienda, che ha rilevato e avrebbe dovuto rilanciare l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese attraverso la produzione di auto elettriche.

Ai domiciliari sono finiti il noto imprenditore torinese Roberto Ginatta, presidente del consiglio di amministrazione della Blutec Spa, e l’ad Cosimo Di Cursi, accusati di malversazione ai danni dello Stato. Avrebbero distratto 16 milioni di euro, più della metà dei 21 milioni di euro ricevuti da Invitalia per far decollare lo stabilimento siciliano.

A Ginetta e Di Cursi è stata notificata anche una misura interdittiva, per la durata di 12 mesi, che riguarda il divieto di esercitare imprese e uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.

Le Fiamme gialle hanno fatto scattare il sequestro preventivo dell’intero complesso aziendale. Inoltre sono state sequestrate le relative quote sociali di Blutec, nonché le disponibilità finanziarie, immobiliari e mobiliari riconducibili agli indagati fino all’importo di 16 milioni e 516 mila euro.

L’ALLARME DELLA FIOM: “A RISCHIO MILLE POSTI DI LAVORO”

La Fiom-Cgil fa sapere che sono “a rischio mille posto di lavoro” che interessano gli stabilimenti di Termini Imerese, Piemonte, Abruzzo e Basilicata. Il segretario nazionale Michele De Palma chiede un incontro urgente al Mise. La Fiom siciliana: “Il grande bluff è stato svelato”.

DI MAIO: “NON ABBANDONEREMO I LAVORATORI”

Il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, assicura: “I lavoratori sono le vittime di questa storia e non li abbandoneremo. Dobbiamo prima di tutto metterli in sicurezza”.