Sono stato a teatro; nel sempre bel complesso del Solis, nella sala Delmira Agustini - in occasione del mese della donna - si sono presentati monologhi di protagoniste femminili. L’informazione diceva che una delle presentazioni era sulla vita di Luce D’Eramo, una scrittrice italiana che ebbe una vita piena di interessi e scrisse un libro Deviazione, che aiuta a ricordarla. Luce D’Eramo (il cui nome di battesimo era Lucette Mangione) era nata a Reims (in Francia) nel giugno de 1925, figlia di genitori italiani. Il padre aveva in Francia una impresa di costruzioni, mentre la madre assisteva come volontaria del Fascio Italiano a Parigi, dove aiutava ad assistere gli emigranti. Nel 1938, Luce con la famiglia tornó in Italia, ad Alatri, vicino Roma, dove studió al liceo classico, per poi iscriversi in Lettere all’Universitá di Roma. Dopo la caduta del fascismo il 25 luglio 1943, Luce seguí la famiglia a Bassano del Grappa, dove il padre era stato nominato Sottosegretario dell’Aeronautica nella Repubblica di Saló.

Luce, nella sua nuova residenza al nord, seppe delle deportazioni in massa e delle atrocitá commesse nei campi di concentramento nazisti. Fu cosí che nel febbraio de 1944 - ancora diciottenne - viaggió in Germania per confermare questa realtá. Come primo passo trovó un lavoro in alcune fabbriche industriali vicino Francoforte, tra cui la Siemens. Decise di organizzare scioperi in difesa delle penose condizioni dei lavoratori di quelle fabbriche, ma tale attitudine le valse il confinamento nel campo di concentramento di Dachau, dove visse le atrocitá a cui erano sottoposti gli ebrei, gli omosessuali e i comunisti. Riuscí a scappare nei disordini che seguirono l’arrivo delle truppe alleale, e cominció una vita nomade in Germania alla fine della guerra. Nel febbraio 1945, a Mainz, Luce aiutava a ricuperare morti dalle macerie e una parete le cadde addosso: il risultato fu un danno irreparabile alla colonna vertebrale, che la valse la paralisi di entrambe le gambe fino alla sua morte nel 2001.

Una vita di sofferenza e di amori finiti male caratterizzarono gli anni seguenti. Sposó Pacifico d’Eramo, un sopravvissuto alla campagna in Russia (da cui assunse il cognome) ed ebbe l’unico figlio Marco. Pochi anni dopo il matrimonio finí male e la coppia si separó. Luce D’Eramo, una donna che volle per decisione propria conoscere il male delle persecuzioni naziste e che dai diciannove anni si mosse in sedia a rotelle, seppe nella scrittura sublimare i suoi dolori e le sue angosce. Tra i suoi scritti, si ricorda il libro Deviazione, che cominció a scrivere pochi anni dopo la fine della guerra, ma che vide la luce solo del 1979. Deviazione é una autobiografia sulle drammatiche esperienze della sua gioventú e sulla devastazione - fisica e morale - che produce la guerra. La sua paralisi non le impedí di girare il mondo: viaggió in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone, dove raccoglieva esperienze per il suoi scritti e dava conferenze letterarie. Morí a Roma il 6 marzo 2001 e fu sepolta nel Cimitero Acattolico di Roma, normalmente chiamato Cimitero Protestante o Cimitero per Stranieri. Insieme a lei riposano John Keats, P.B. Shelley ed Antonio Gramsci.

Il monolodo del Solis - titolato “La bailerina de Maguncia” mostra questa bella storia di una donna che non si arrese mai nella calamitá, trovando in ogni disavventura lo spirito per celebrare la vita. Curiosamente l’autrice della storia é uruguaiana: Sandra Massera, una nota drammaturga, scrittrice e direttrice di teatro locale. Sorprende che mentre Rai Fiction ci mostra con Suburra le storture del nostro paese, una autrice uruguaiana scrive questa bella storia, che l’attrice Noelia Campo ha saputo interpretare magistralmente.

Juan Raso