Anche il dolce tipico della festa, la zeppola, raccoglie una tradizione biblica. L’origine è nella storia della fuga in Egitto. Per mantenere la famiglia in quel periodo Giuseppe dovette vendere frittelle. Vince in pasticceria alla festa del papà la tradizione mixata all'innovazione mirata all'esaltazione della tipicità e degli ingredienti del territorio. Sono numerose le feste patronali e le processioni che si svolgono in onore di San Giuseppe in tutto il territorio, e che vedono come protagonisti proprio i dolci tipici che da secoli fanno la loro prima apparizione sulle tavole proprio in quest’occasione speciale.

A Palermo, ad esempio, è usanza mangiare i carciofi imbottiti (o carciofi col tappo) e in tutta la Sicilia la pasta con le sarde, a ricordo del pesce che compariva nel periodo di magro (la carne era bandita). Nell’entroterra spezzino si porta in tavola la mesciua, che come evoca il nome è una sorta di misticanza saporita di legumi minestrati: ricordiamo che i legumi vengono spesso associati ai santi importanti, perché tradizione vuole che fossero cibo dell’anima: nel ponte dei santi e dei morti si usa un po’ dappertutto in Italia preparare piatti di carne associati a ceci, piselli, fagioli e lenticchie.

I dolci e le tipologie di leccornie proposte nelle pasticcerie, sia per il giorno di festa che abitualmente, possono arrivare- come segnala il presidente della Federazione Internazionale Pasticceria, Gelateria e Cioccolateria (Fipgc) Roberto Lestani- ad essere 20-30 con in rilievo gli ingredienti e prodotti dei territori regionali. L'esaltazione della tipicità può andare dai bignè fritti o al forno ripieni di crema alla classica zeppola preparata con farina, zucchero, uova, burro, olio di oliva, crema pasticcera, zucchero a velo e amarene sciroppate per arrivare a quelle al cioccolato e al pistacchio fino alle varianti al bergamotto in Calabria o alla ricotta in Campania e Sicilia per fare alcuni esempi.

I prezzi dei prodotti dolciari- spiegano gli operatori- variano dai 10 euro ai 30-40 euro al Kg. Dal punto di vista economico il business nel food, con 124 mila imprese tra pasticceria e ristorazione in Italia è di un + 2,3% in un anno secondo i dati del registro imprese al 2018. I ristoranti sono 121mila e le pasticcerie 3 mila. Le imprese di settore danno lavoro a oltre 500 mila addetti e hanno un business giornaliero di circa 7 milioni in Italia, di cui circa un terzo in Lombardia (2 milioni) e circa 1 milione a Milano. In Italia, Roma è prima con 12mila imprese, seguita da Milano e Napoli con 6mila e Torino con 5mila. A Torino e Verona è boom di pasticcerie in un anno con + 8% e + 6%.