Ormai è chiaro, gli schieramenti si preparano a tornare ai posti di combattimento. Dopo le elezioni europee sarà battaglia e basta. Insomma, al di là delle dichiarazioni di concordia, perfino Matteo Salvini va finalmente convincendosi che maggio sarà il Rubicone. Del resto la lettura vera del caso “Cina” è emblematica, perché le pacche sulle spalle di Sergio Mattarella a Giuseppe Conte la dicono lunga sugli schieramenti.

C’è chi tira forte per una riedizione aggiornata dell’Ulivo, tutti nel centrosinistra, e c’è chi dall’altra parte sa bene che non c’è tempo da perdere; chissà, magari si tratta di Giancarlo Giorgetti. Sia chiaro, tutto conseguente, in fondo che lo stesso Mattarella, da democristiano di sinistra, vedesse i grillini col Pd è stato scritto e riscritto; l’operazione Zingaretti nasce per questo, a buon intenditor poche parole. Insomma, si tratta di numeri, e se a maggio i grillini riuscissero a tenere il 25 per cento, e il Partito Democratico superasse la soglia del 20, si potrebbe andare ad uno scontro elettorale, con un fronte di centrosinistra bilanciato fra Pd e Movimento Cinque Stelle.

Dunque da una parte la riedizione moderna dell’Ulivo, tutti dentro il centrosinistra, e dall’altra? Dall’altra scatta il problema di Salvini e dei rapporti con Forza Italia. Infatti, ammesso che la Lega arrivasse al 30 o 32 per cento, con la Meloni anche al 6 o al 7, Forza Italia servirebbe eccome. Ecco perché Giorgetti, da stratega, lavora su Salvini affinché smetta di provocare Forza Italia. Insomma, il centrodestra più o meno sovranista, con o senza Silvio Berlusconi, ha bisogno dei voti di Forza Italia per vincere e bene.

Per farla breve il quadro è questo, lo stesso Luigi Di Maio sa che dopo le Europee un movimento molto ridimensionato non resisterebbe al governo, sia per la forza della Lega e sia per le proteste interne; dunque si andrebbe al voto. Ecco perché Conte, che potrebbe essere il candidato del centrosinistra in versione new age, grillini e Pd, è sempre più spesso al Colle, per abbracci e complimenti. Per concludere dopo maggio si tornerà al voto, questione di mesi, tutti andranno ai posti di combattimento, finirà l’anomalia di questo governo, e soprattutto, per la fortuna dell’Italia, tornerà il bipolarismo, e così sia. Si tornerà alla scelta di campo di Berlusconi, o di qua o di là, i grillini coi cattocomunisti, la Lega con la destra liberale, con la Meloni e con Forza Italia, con o senza Silvio, insomma un sano e logico bipolarismo. Caro Salvini, se ne faccia una ragione, creda, per citare il grande Franco Califano, tutto il resto è noia.

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