Tutto sommato, in una lettera indirizzata al quotidiano "La Repubblica", il nuovo segretario del Pd Nicola Zingaretti ha detto quello che la stragrande parte degli italiani vorrebbe comunicare ai due vicepremier del governo gialloverde, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. In pratica, un chiaro invito di cominciare a lavorare per il bene degli italiani: "Faccio un appello accorato ai leader del Governo: basta con le provocazioni e con le smargiassate. Comincino finalmente a governare, perché l'Italia sta già pagando un prezzo enorme. Altro che prima gli italiani. Gli italiani sono i primi a pagare i costi di questa confusione". Parole di fuoco, insomma, verso l’esecutivo gialloverde, che di parole in quest’ultimo anno ne ha usate parecchie. Di fatti, però, se ne sono visti pochi. E la realtà parla di un Paese bloccato, colpa di un governo incerto che "non fa nulla, oppure fa danni e pasticci. Come con il decreto sbloccacantieri o nella gestione confusionaria del dossier sulla Cina. Litigano su tutto. Ora anche su chi debba gestire la sicurezza del Paese".

Qui Zingaretti se la prende con Salvini in particolare che dovrebbe "pesare con cura le parole per un momento di responsabilità". Chiaro il riferimento allo scuolabus di Crema dove un senegalese ha messo in pericolo di vita una cinquantina di bambini: "E' in gioco il diritto alla sicurezza di tutti, e quindi occorre avere delle politiche di Governo efficaci sui flussi migratori". Per il governatore del Lazio "il tempo degli slogan dell'odio e del cattivismo sta finendo. È sempre più evidente – ha detto - che l'odio non solo non risolve i problemi, ma li aumenta. Noi stiamo costruendo un'altra ipotesi di governo che, rispetto agli slogan e alla ricerca ossessiva del capro espiatorio, mira a mettere insieme tutte le forze migliori del Paese per rafforzare l'intera comunità, non per dividere. Serve un grande sforzo collettivo per realizzare un'idea di sviluppo fondata sulla sostenibilità ambientale e sociale. Bisogna governare bene i bilanci e trovare risorse per infrastrutture per opere utili e a difesa del territorio, liberare finalmente investimenti sui pilastri della crescita giusta: scuola, conoscenza, welfare e sanità. E dobbiamo affrontare insieme, coinvolgendo davvero forze sociali e corpi intermedi, il vero grande tema che il governo ignora: il lavoro per le persone".