Soltanto nel 2009, dieci anni fa, il Times lo giudicò "il secondo stadio più bello al mondo". Oggi però per i nuovi amministratori stranieri di Milan e Inter il leggendario stadio di San Siro è improvvisamente diventato vecchio, poco funzionale e inutile. Proprio così, i massimi dirigenti delle due formazioni di Milano sono ormai d'accordo: San Siro va abbattuto.

Al suo posto un nuovo impianto più piccolo - 60mila posti, contro gli 80mila attuali - ma più moderno e, dicono, dalla visuale migliore. Soprattutto, il nuovo impianto sarebbe di proprietà dei due club di Milano e non più del Comune, che poi è il motivo 'vero' di tutta la questione. Con uno stadio di proprietà Milan e Inter non dovrebbero più accontentarsi delle briciole: il fatturato lieviterebbe e i ricavi di biglietti, parcheggi, punti di ristoro, merchandising e tutte le altre voci sarebbero netti.

Il nuovo stadio sorgerebbe nei pressi di quello vecchio, ma il 'contentino' degli amministratori dei due club meneghini non basta a rincuorare Sandro Mazzola. L'ex bandiera dell'Inter, intervenuto a Radio Uno, ha ammesso che "mi viene mal di testa solo a sentirlo", commentando l'ipotesi - sempre più concreta - di abbattimento di San Siro.

"Se si potesse metterlo a posto sarebbe meglio", l'auspicio di Mazzola. "Magari anche per farci giocare le riserve o i ragazzini delle squadre di Milano. Il nome? Non si può non intitolarlo a Meazza, la storia dell'Inter e di Milano". In realtà il nome dovrebbe essere quello dello sponsor che finanzierà la costruzione del nuovo stadio, quindi un'azienda internazionale.

E c'è pure chi si illude, come il sindaco di Milano Sala, che Inter e Milan dopo la costruzione di un nuovo impianto lo regaleranno al Comune: "Noi non possiamo perdere la proprietà dello stadio". Ma senza metterci un solo euro per l'eventuale ristrutturazione di San Siro o per la costruzione di uno nuovo, le rivendicazioni del primo cittadino resteranno lettera morta.