Questa è la storia di una intuizione rivoluzionaria, nata per caso da una semplice domanda. Come possiamo fare perché la gente possa continuare a usare la plastica senza danneggiare l’ambiente? Una risposta impossibile per molti tra i più grandi scienziati della chimica moderna ma che diventa una sfida per un italiano. Marco Astorri. Bolognese doc, imprenditore ma soprattutto sognatore… E sì…un sognatore coraggioso che con le sue idee è riuscito dove tanti, nonostante sforzi e mezzi, non sono arrivati. Creare una plastica naturale, che non inquina.

Marco Astorri nel 2007 chiude la sua azienda di Sky pass e fonda la Bio-on. L’azienda italiana unica al mondo che crea plastica naturale. Dopo una rapida ascesa, oggi la Bio-on, riceve richieste di produzione da ogni parte del mondo ed ha un valore di mercato che ha superato il miliardo di euro. Un successo tutto italiano che piace molto, non solo per la rivoluzione che ha creato e che potenzialmente può scatenare, ma perché ha le caratteristiche di quelle imprese “buone”, che fanno ”bene”. Alla Bio-on, infatti, non si parla solo di convenienza e profitto. Ma di etica e futuro. Un po' come Brunello Cucinelli, il re del cachemire che, nella sua azienda vieta le mail dopo le 17.00 per incoraggiare la socializzazione e che ridistribuisce una parte degli utili tra i suoi dipendenti, Marco Astorri ha a cuore il futuro delle nuove generazioni. Parla di “profitto etico” e colora di significato e valori ciò che fa. Promuove la condivisione dei progetti e anche dei profitti economici. La sua formula vincente è un nuovo modello di azienda basata sul “noi” e non sul singolo. Lo si capisce ascoltando proprio le sue parole.

Marco Astorri non ha dubbi, la sua azienda è diversa perché è basata su una formula nuova, fatta di collaborazione e di lavoro di team. “La scoperta che abbiamo fatto- racconta sorridendo- è talmente grande che abbiamo capito che e un progetto di generazioni. Non si ferma con noi”. E la “sua” piccola rivoluzione sta già cambiando il mondo. Partendo dalla trasformazione, seguendo un ciclo naturale piuttosto che l’eliminazione artificiale, che inquina. Trasformare la plastica in elementi naturali e non riciclare la plastica. Oggi purtroppo dipendiamo da un economia di plastica. Tutto, dal cibo ai cosmetici per finire agli elettrodomestici è fatto di quel materiale artificiale che non si consuma, che inquina e sfigura mari e vegetazione. Se fosse un paese la plastica sarebbe la 28esima economia la mondo. Quindi inutile pensare di eliminarla, sarebbe davvero impossibile. Meglio realizzare un ciclo virtuoso della sua produzione, dove appunto essa non rappresenti un nemico. Da questo è partito il nostro imprenditore. Utilizzando un modello semplice, quello contadino. Dove la scansione del tempo delle stagionalità sono una ricchezza e non un disvalore. E seguendo proprio il modello contadino Astorri e il suo team hanno scoperto che , nel tempo, proprio la natura , crea una plastica naturale.

Ma come fanno? Semplicemente favorendo un processo biologico che già esiste. Vediamolo. Alla Bio–on prendono gli scarti di una mega cooperativa che fa barbabietole da zucchero, li mettono a mollo in grandi cisterne dove si attivano batteri naturali. Questo brodo batterico viene poi passato in altre cisterne dove i batteri seguono un preciso iter, sempre naturale. Alla fine del processo si formano delle micro palline di plastica bio proprio dentro i batteri. Gli “operai-chimici” a questo punto tirano fuori i pallini di plastica naturale dai batteri e ottengono una brodaglia bianca che poi seccano. Ecco la plastica naturale. Incredibilmente semplice e conforme a processi che esistono in natura. Gli scienziati della Bio–on infatti inducono il processo, ma sono i batteri che fanno tutta la fatica. E non sono batteri geneticamente modificati o altre diavolerie simili. Sono onesti batteri biologici, naturali. Un’idea geniale, che contribuirà a costruire un futuro più sostenibile per tutti.

I PHAs (polidrossialcanoati), cosi si chiamano i polimeri naturali sono riconosciuti come i migliori biopolimeri del futuro. Una nuova generazione insomma di poliesteri lineari per sostituire e migliorare PET, PE, PP, HDPE, LDPE… per un mondo dove non è necessario distruggere per costruire, ma seminare per produrre… Giocattoli, cosmetici e persino nano medicina. Le applicazioni sono molteplici e lasciano poco spazio alle “vecchie plastiche”. L’obiettivo è quello di invadere tutti i settori. Ma non finisce qui il progetto di Astorri. La Bio-on ha sviluppato un brevetto che ripulisce i mari dal petrolio riversato. Particelle di bioplastica che ospitano speciali microrganismi marini che intaccano il petrolio. La soluzione ad uno dei piu grandi problemi moderni. La semplicità dei cicli naturali, la voglia di fare bene e non solo per se stessi e perchè no, il genio italiano hanno portato la Bio-on ad essere un impresa moderna che potenzialmente cambierà il futuro dei consumi. Altro orgoglio italiano!

Margareth Porpiglia