Nano tecnologia e bio plastica per prevenire e soprattutto distruggere il male del secolo. Tumori e neoplasie hanno i giorni contati. Grazie all’italiana Bio-on e all’applicazione delle sue bioplastiche nel campo medico. Per la prima volta è possibile utilizzare la bio plastica per la diagnosi e la cura dei tumori grazie al primo brevetto depositato da Bio-on nel campo della nano medicina, in particolare nell'area della nano diagnostica (nano-imaging).

I ricercatori di Bio-on utilizzano le nano tecnologie per creare minerv BIOMEDS: si tratta di rivoluzionarie e innovative nano capsule in bio plastica PHAs (poli-idrossi-alcanoati) in grado di contenere contemporaneamente due agenti di contrasto: nano particelle magnetiche e nano cilindri d'oro. Questi due elementi permettono di visualizzare regioni malate del corpo, ad esempio una massa tumorale, utilizzando rispettivamente la tradizionale tecnica della Risonanza Magnetica Nucleare e la più innovativa tecnica della Fotoacustica.

"L'uso della bio plastica PHA offre un grande vantaggio perché è sicura per la salute del paziente e non ha effetti collaterali. Prodotti sicuri per l'ambiente e la salute umana, anche e soprattutto per applicazioni biomedicali. Le bio plastiche di Bio-on soddisfano perfettamente questi requisiti e aprono campi importantissimi e inesplorati per applicazioni di nano tecnologie in medicina, un settore in crescita esponenziale".

Oltre a quella diagnostica esiste una seconda funzione terapeutica visto che è possibile inserire nelle nano capsule farmaci, ad esempio per la chemioterapia. Le nano capsule minerv BIOMEDS saranno dunque utilizzate in futuro in terapie anti-cancro mirate e selettive. La combinazione dell'approccio Terapeutico con quello Diagnostico ha portato alla fusione dei due termini per dare luogo al cosiddetto approccio Teranostico. Questa versatilità rende le nano capsule multifunzionali un sistema duale che permetterà applicazioni teranostiche cliniche in oncologia e nel campo dei disturbi neurodegenerativi consentendo ai medici di lavorare in sicurezza sui pazienti.

Margareth Porpiglia