Ormai non si capisce più nemmeno di cosa si stia effettivamente parlando. L’unica sensazione che si ha è che si sia arrivati alla resa dei conti. Sono mesi che qualunque esperto di economia, singolo o istituzione, segnala il pericolo per l’Italia di una crescita uguale a zero o addirittura negativa.

Macron e la Merkel e Bruxelles hanno detto addirittura che in questo momento l’Italia, con l’andamento deludente della sua economia, è diventata un pericolo per l’Europa intera. Di fronte a queste denunce, ripetute e generalizzate, il governo e soprattutto il ministro Tria, hanno continuato a mostrare una fede granitica in una crescita italiana 2019 dello 0,9 o dell’1%. Ancora due giorni fa Tria ha affermato che qui non serve alcun a manovra correttiva e che tutto va bene così. Adesso è lui stesso a dire che probabilmente l’Italia sta andando verso la crescita 0.

La cosa non è di piccola conseguenza. Crescita 0 significa semplicemente che l’intera manovra economica messa a punto dal governo di fatto non esiste più. E’ saltato tutto per aria. Non serve una manovra correttiva: serve una nuova manovra. Visti i precedenti sei mesi fa avevo consigliato di farla scrivere direttamente dai ragazzi della Banca d’Italia. Ribadisco questo mio modesto suggerimento.

A questo punto ci sono però alcune cose urgenti da fare:

1) Prendere atto che questo per l’Italia è un anno di crisi. Le cose non stanno andando come ci hanno raccontato per sette mesi. E’ il momento, purtroppo, di qualche sacrificio.

2) E’ probabile, anzi è certo, che tutte le promesse del governo gialloverde non potranno essere realizzate per la banale ragione che mancando la crescita mancano le risorse. Un 1% che scompare sono quasi 20 miliardi di euro che non troviamo più.

3) Comprensibile a questo punto l’irritazione del Presidente della Confindustria che da mesi, inascoltato, faceva parte del coro che parlava di crisi e di recessione. Probabilmente dovrebbe decidersi a questo punto a convocare gli stati generali dell’economia o vedere se siamo costretti a viaggiare su questo doppio binari: per Tria non c’è più niente, per Salvini e Di Maio c’è ancora tutto.

GIUSEPPE TURANI