Il premier Giuseppe Conte si era detto sicuro: nel corso del Consiglio dei ministri andato in scena ieri il governo avrebbe trovato la quadra sui rimborsi ai truffati delle banche nell’ambito del Decreto crescita. La realtà dice che non è stato trovato alcun accordo e che dunque al momento ha vinto linea del vicepremier Luigi Di Maio: non sono entrate del Decreto le norme volute dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria, che avrebbero modificato gli accordi assunti con le associazioni di risparmiatori. "Siamo contenti che nel Decreto crescita non siano entrate norme per i truffati dalle banche – le parole del vicepremier grillino -. Non perché non le vogliamo, ma perché lunedì ci sarà un incontro tra Conte e le associazioni dei risparmiatori, e non devono entrare in gioco arbitrati. Lunedì si deve trovare la soluzione, è finita la pazienza nostra e dei risparmiatori. Devono avere i soldi, non un avvocato per andare da un giudice".

Di certo ieri è andato in scena un duro scontro nel corso del Consiglio e alla fine neanche i grillini possono dirsi soddisfatti, perché al momento ogni decisione è stata rinviata. Sarà Conte a provare in qualche modo a mediare: lunedì 9 aprile difatti incontrerà a Palazzo Chigi le associazioni delle vittime delle banche in default per concordare la norma che dovrebbe a questo punto essere varata il giorno dopo. Ieri le "fazioni" (copyright del leghista Claudio Durigon) sono arrivate in Consiglio dei ministri l'un contro l'altra armate: da un lato i Cinque stelle, dall'altro Tria (la Lega ufficialmente non si schiera, ma difende la proposta del ministro).

Dietro, le tensioni accumulate negli ultimi mesi tra il Movimento 5 stelle e il titolare del Mef, con il M5S battagliero sull’argomento. Non è servita una nuova norma inserita nel decreto crescita: bisogna mantenere la promessa ai risparmiatori di risarcire tutti e quindi attuare la norma contenuta nella manovra e bocciata dall'Ue. Con la soluzione proposta da Tria "si bloccano le procedure", hanno detto dal MoVimento. Ma anche il ministro dell'Economia ha tenuto il punto. Serve dunque una nuova norma che fornisca uno "scudo" ai funzionari del Mef contro possibili ricorsi alla Corte Conti. E poi un doppio binario per i risarcimenti: con una corsia preferenziale con Isee inferiore ai 35mila euro e patrimonio inferiore ai 100mila euro, e controlli arbitrali su quelli di entità superiore. La Lega, rappresentata da Giancarlo Giorgetti in Cdm, ha invitato a tenere conto del rischio di procedura Ue: i risparmiatori rischiano di dover restituire quanto percepito.