Molti italiani dopo aver perso il lavoro in Italia e richiesto l’indennita’ di disoccupazione erogata dall’INPS (NASPI) decidono di trasferirsi in un paese europeo per cercare una nuova occupazione. Sono tantissimi infatti i paesi UE che offrono piu lavoro e sopratutto un alta qualita della vita. Gli affitti degli appartamenti sono piu abbordabili e il costo medio della vita piu’ economico. Insomma, la solita vecchia storia di tanti connazionali che cercano un avvenire piu’ sicuro fuori dai confini del Bel paese. E’ la storia di Nadia Niccolosi che insieme alla famiglia ha lasciato l’Italia per cercare un avvenire migliore in Belgio. A trasferirsi e’stato prima il marito, Sergio, cuoco professionista che ha trovato lavoro subito. Poi la moglie Nadia e i due figli piccoli. ‘É stata durissima all’inizio - racconta- ci mancava molto l’Italia, ma oggi siamo felice di questa scelta. Nadia lavorava in un azienda romana ed e stata licenziata per esubero di personale. Ma non si e’ scoraggiata anzi, insieme con il marito ha trovato subito casa in Belgio e si e’trasferita. "La prima cosa che ho pensato- racconta- e’stata quella di informarmi sulla possibilita’ di percepire la disoccupazione in Belgio - continua quando ho visto che era possibile mi sono trasferita subito." Una vita, la sua, che e’cambiata completamente, a Roma orari di ufficio durissimi e poco tempo per se stessa e la famiglia. Oggi Nadia trascorre molto tempo libero con i figli, viaggia e sopratutto e’felice. Dopo quattro anni a Bruxelles, infatti, ha aperto insieme alla sorella un negozio di estetista. "Dopo un anno di disoccupazione ho deciso di fare formazione ed imparare un nuovo mestiere. Mi sono iscritta alla scuola di estetista e grazie al programma di incentivi belga ho continuato a percepire un indennita di disoccupazione fino alla fine della formazione. Oggi, grazie a questo aiuto ho aperto la mia attivita’ e do lavoro a due persone. Sono soddisfatta" - conclude - "purtroppo storie come la mia non si sentono spesso in Italia…" Ed ha ragione Nadia, nonostante la disoccupazione e la formazione in Italia e sempre piu complicato trovare lavoro. E allora trasferirsi diventa quasi un obbligo. E sicuramente partire con il vantaggio di poter disporre di un indennita’  mentre si cerca un altro impiego e’un grosso vantaggio. Ma e’possibile fare come Nadia? La normativa comunitaria lo permette ma sono necessari degli adempimenti prima della partenza dall’Italia. Vediamo nel dettaglio quali. Si può continuare ad usufruire dell’indennità di disoccupazione anche se si va all’estero ma è necessario conoscere bene quali sono gli adempimenti da fare prima di espatriare, perché il rischio è di rimanere senza sussidio economico.Molti italiani ne vengono a conoscenza quando ormai sono già oltre confine e rimediare non è impossibile, ma molto difficoltoso.La NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è l’indennità di disoccupazione erogata attualmente in Italia, per un periodo pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni antecedenti alla fine del rapporto di lavoro. Ne beneficia il lavoratore dipendente involontariamente disoccupato (che quindi non ha perso il lavoro per aver presentato le proprie dimissioni, salvo che le stesse siano motivate da una "giusta causa") che ha le seguenti caratteristiche: 1) È in possesso dello Stato di Occupazione con la relativa dichiarazione di immediata disponibilità all’impiego, rilasciata presso il Centro per l’Impiego; 2) Può far valere almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione; 3) Ha lavorato per almeno 30 giorni nei 12 mesi precedenti la disoccupazione. Vediamo cosa succede e cosa bisogna fare se chi percepisce la Naspi emigra all’estero e/o si sposta tra i vari Stati. Il disoccupato che riceve la NASPI in uno dei Paesi indicati all’inizio di questo articolo (compresi quelli non comunitari convenzionati con l’Italia in materia di disoccupazione per l’esportabilità della prestazione), dovrà iscriversi come "persona in cerca di lavoro" presso gli uffici preposti nello Stato ospitante: ad esempio, in Francia ed in Belgio presso il Pôle emploi, in Germania presso l’Arbeitsamt, in Inghilterra Jobcentre, in Olanda CWI – Centrum voor Werk & Inkomen. In questo caso, la NASPI continuerà ad essere liquidata per un massimo di tre mesi durante la ricerca del lavoro nel Paese estero. In caso di rioccupazione presso un datore di lavoro all’estero, il disoccupato decadrà dal diritto alla NASPI se la durata del contratto è superiore a sei mesi. Se il nuovo contratto è invece di durata inferiore ai sei mesi, la NASPI verrà sospesa per un massimo di sei mesi. Terminato il contratto, la NASPI sospesa verrà ripristinata, a condizione che il soggetto non abbia richiesto analoga prestazione al paese ospitante.Chi percepisce la NASPI e si reca all’estero alla ricerca di lavoro, deve comunicare questa scelta al Centro per l’impiego. In caso di mancata comunicazione, viene meno il diritto a esportare la prestazione, che sarà recuperata intera mente dalla data di indisponibilità presso il Centro per l’impiego, cioè dalla data di espatrio.Per conservare il diritto, dopo l’espatrio nell’ambito UE, il disoccupato è tenuto ai questi adempimenti: -prima della partenza deve essere iscritto, in Italia o in un altro Stato nel caso di più spostamenti, come richiedente lavoro; -deve essere rimasto a disposizione degli uffici del lavoro dello Stato membro di arrivo per almeno quattro settimane (in Italia, la normativa vigente ha stabilito che, per esportare la NASPI, è sufficiente che prima della partenza l’interessato sia stato iscritto almeno un giorno al Centro per l’impiego) e la partenza prima di tale termine deve essere autorizzata dal centro per l’impiego estero; -deve iscriversi come richiedente lavoro presso gli uffici del lavoro dello Stato comunitario in cui si reca; -deve sottoporsi ai controlli e rispettare le condizioni previste dalla legislazione in materia vigente nello Stato di arrivo. Se il disoccupato espatria in un Paese non comunitario e non convenzionato con l’Italia in materia di disoccupazione e, prima di partire, stipula un contratto di lavoro con un’azienda del Paese in cui si sta trasferendo, è prevista la sospensione della prestazione per un massimo di sei mesi. Se invece il disoccupato espatria per motivi diversi dai precedenti e diversi da matrimonio, malattia propria o del congiunto, lutto, opportunamente documentati, la prestazione decade dalla data dell’espatrio. Se stipula in Italia un contratto di lavoro subordinato da eseguire in una filiale presso un Paese della UE che applica la normativa comunitaria, trovano applicazione gli istituti della sospensione, del cumulo e della decadenza come nelle ipotesi di percettore di NASPI che si rioccupi in Italia.Purtroppo spesso succede che molti disoccupati espatriano dall’Italia, o si spostano tra i vari Stati, senza preoccuparsi di richiedere i documenti necessari per assicurarsi l’erogazione delle prestazioni di disoccupazione. Chi percepisce la NASPI, prima della partenza oltre a comunicare l’indisponibilità al Centro per l’impiego perché ci si reca all’estero, deve richiedere all’INPS territorialmente il rilascio del documento U2 (che attesta il mantenimento del diritto alle prestazioni) e del documento U1 (che attesta invece i periodi di assicurazione). Gli stessi adempimenti devono essere attuati da chi percepisce l’indennità di disoccupazione a carico di uno Stato estero e rientra in Italia alla ricerca di un lavoro, comunicando quindi l’indisponibilità a causa dell’espatrio e richiedendo le due attestazione all’istituzione dello Stato estero.Sia in Italia che nei Paesi UE, il disoccupato deve iscriversi entro sette giorni come persona in cerca di occupazione presso il centro per l’impiego dello Stato in cui si reca e deve presentare l’attestazione U2. Una procedura lunga e dettagliata ma che certamente diventa imprescindibile se si decide di lasciare l'Italia per cercare lavoro in Europa.