Giornata di foschia nel golfo, non si vede Capri lontana 23,9 miglia, non si vede più la Juventus lontana venti punti, che gelida mattina se la lasci riscaldar. Mergellina, allo chalet di Peppino cameriere spremute di limone e una delusione al pesto. Genoa per noi è un pareggio come un altro.

Delusione. Confusione. Rivoluzione. "St’ammore me teneva ‘ncatenato, ma ho detto basta e mi so’ liberato" canta con mestizia aggiuntiva Salvatore pittore d’alici sottolineando un momentaneo disamore per l’amata squadra azzurra. "Ohé e che sta succedendo? - esclama Peppino, cameriere. - S’è fermata ‘a metropolitana?". "S’è fermato ‘o Napule" sentenzia con mestizia risolutiva don Giacomo Frollo, pasticciere alla Pignasecca.

"Non è una novità" annota Pasquale Pazienza giornalista on-line. "E voi che state facenno?" chiede Gennaro Piromallo salumiere emerito a Saverio Malaspina ragioniere, seduto allo chalet con quattro bambole Lenci. "Pettino bambole" risponde il ragioniere Malaspina Saverio. "Che cosa volete dire?" domanda don Ciccio portiere di palazzo.

"A Dimaro, Ancelotti disse che non era venuto a Napoli per pettinare bambole" precisa Malaspina ragioniere. "Questo è tutto?" chiede Salvatore pittore d’alici. "Pettino bambole io per lui" replica con secca mestizia il ragioniere Saverio Malaspina. "Sottintendete?" insinua Carmelo Mirabello regista di teatro popolare. "Sottintendo" conferma con risoluta mestizia il ragioniere Malaspina.

"Il Napoli è gghiuto aceto" annuncia Totonno Speranza direttore di centro commerciale. "È friddo ‘e chiammata" aggiunge don Giacomo Frollo. "Con Ancelotti dovevamo smacchiare la zebra, stiamo arricciando la coda ai cavalli a dondolo" sentenzia don Ciccio portiere di palazzo. "Era meglio quando stavamo meglio, a quattro punti dalla Juve" commenta con subdola mestizia Salvatore pittore d’alici. "Ecque qua, i nostalgici di Sarri" sbotta il cameriere Peppino. "Guagliò statte bbuono - ribatte don Ciccio portiere di palazzo. – Nessuna nostalgia, ma ci avevano detto che, dopo la grande bellezza, avremmo avuto la grande praticità". "E avremmo vinto qualcosa" aggiunge il ragioniere Saverio Malaspina.

"E allora?" interrompe il cameriere Peppino. "E allora s’accumudaje ‘a Signora" replica canticchiando Malaspina ragioniere che non nomina mai la Juve e la chiama Signora con dispetto parlando. "State facendo il processo ad Ancelotti" esclama con rammarico il cameriere Peppino. "Guagliò - urla don Ciccio portiere di palazzo, - ma se c’era ancora Sarri ed era a venti punti dalla Juve, don Aurelio faceva fuoco e fiamme". "È vero - conviene Peppino cameriere, - ma è un anno di traslocazione".

"Diciamoci la verità - interviene crudamente Pasquale Pazienza giornalista on-line. - È un fallimento. La Juve ha migliorato poco rispetto all’anno scorso, appena tre punti in più. Noi siamo andati a fondo, tredici punti in meno". "E il gioco, dov’è il gioco? - chiede Salvatore pittore d’alici. - Cancellato il ticche-tacche, il giro-palle, gli schemi monotoni, dovevamo avere le verticalizzazioni, dritti alla meta. Invece d’essere verticali, siamo orizzontali, distesi su un secondo posto mediocre".

"Marònn! - urla il cameriere Peppino. - Il pareggio col Genoa vi ha gettato int’’a appocundria". "Appocundria è nisciuno diceva Pino Daniele e noi nisciuno simmo" sottolinea con decisa amarezza il ragioniere Saverio Malaspina. "C’è l’Europa League!" incoraggia Peppino cameriere. "Scarte frùscio e piglie primmera" commenta acido don Ciccio portiere di palazzo. "Un po’ d’ottimismo - chiede il cameriere Peppino. - Eliminiamo l’Arsenal e voi che cosa direte?". "E io dirò ad Ancelotti, cocco bello, cocco bello, s’ì nnato c’’a camisa e co’ cappiello" conclude Salvatore pittore d’alici.

MIMMO CARRATELLI