La posizione del Governo è chiara: Radio Radicale, così come è, non ha ragione di essere. Le parole del sottosegretario Crimi non lasciano spazio a dubbi. E leggendo la gran parte dei commenti dei lettori de Il Fatto quotidiano si capisce che questa è una di quelle cose che fanno piacere a molti; ma non a tutti. Ecco, gli “altri” sono esattamente una minoranza; quella parola sottende il termine pluralismo, diversità, altro.

“Altri” sono i detenuti, che perdono l’unica, sempre più roca, voce per ricordare a tutti che esiste un mondo che dovrebbe rieducare alla legalità e che invece contravviene alle norme che dovrebbero essere alla base di un Paese civile, pur comminare sanzioni penali. “Altri” è la pletora di associazioni, di movimenti che trovano spazio di espressione e di dibattito in un’emittente che lascia spazio, per l’appunto, agli altri. “Altri” sono i parlamentari ed i politici, di maggioranza ed opposizione che non hanno voce perché i partiti hanno azzerato il dibattito interno, mere espressioni dei diktat dei mignon leader massimi del momento.

Radio Radicale è un soggetto unico nel panorama dell’informazione non soltanto nazionale bensì mondiale: perché non ha inserzionisti pubblicitari. Non per vezzo ma per garanzia di autonomia, proprio come dice il Movimento Cinque Stelle nei giorni dispari; nei giorni pari, invece, Crimi e soci ritengono che “bisogna stare sul mercato”. Radio Radicale è un rifugio di libertà, uno spazio personale di approfondimento per molti che hanno l’unica colpa di non essere tutti, ma – appunto – gli altri.

L’unico (vero) privilegio dell’emittente è quello di non appartenere a quel movimento di opinione che in nome dell’abolizione dei privilegi decreta la liquidazione dello stato di diritto. La battaglia per Radio Radicale non può e non deve essere una battaglia (solo) radicale; ma si tratta di una trincea in cui deve combattere chiunque ritenga che la difesa dei diritti degli altri non possa mai essere delegata ai Governi; e non per opposizione a questo Governo, ma per impedire che qualunque governo, comunque formato, si metta a deformare e ri-plasmare le libertà individuali. Non è in gioco solo la vita di una radio ma un principio che vale tutti i giorni della settimana. Come la libertà.

Enzo Ghionni