Non siamo solo noi quei "cattivoni" che, a volte e per il bene della nostra Comunità, ha da fare qualche osservazione all'operato del sottosegretario agli Esteri con delega per gli italiani all’estero Ricardo Merlo. Nei giorni scorsi anche il collega Marco Basti del quindicinale argentino "Tribuna italiana", in un editoriale, ha mosso alcuni appunti nei confronti dell’esponente del governo presieduto da Giuseppe Conte. Motivo del contendere? Nell'autunno scorso Merlo, scrive il giornalista, affermò che il governo avrebbe combattuto la mafia dei turni per la cittadinanza. E non solo in Argentina, ma anche in altri Paesi. Avrebbe, perché a oggi di questa promessa non vi è traccia. E i cittadini, giustamente, ne hanno a male perché alle parole si aspettavano i fatti. Ancora oggi i turni spariscono in meno di 3 minuti nonostante ci si metta davanti agli schermi parecchio tempo prima dell’ora di apertura del 'Prenota online’. "Forse - sostiene Basti - hanno ragione coloro che sostengono che il sistema è stato creato per limitare di fatto, il numero di discendenti residenti all'estero che possono accedere alla cittadinanza italiana. Se così fosse, sarebbe un’ulteriore dimostrazione del fatto che la politica italiana evita di affrontare i problemi, preferisce rinviarne il dibattito e le decisioni”.
E se tutto ciò fosse vero, sarebbe la dimostrazione di come tutto cambia per non cambiare niente. E dal governo del cambiamento, come si è autoproclamato l’esecutivo gialloverde, ci si attendeva più attenzione alle promesse. All’inizio di questo articolo si era scritto che non eravamo solo a noi a criticare alcune dichiarazioni d’intenti di Merlo, come quella di quasi 2 mesi fa in cui aveva detto che si era riusciti a far considerare Montevideo come sede disagiata. Con l’obiettivo di arrivare a nuove assunzioni. Ma anche in questo caso, non potrà essere così dato che non ci sono fondi. Insomma, un po’ come buttare fumo negli occhi alla cittadinanza uruguaiana, così come quella argentina tanto per capirci. Fondi che però ci sono per l'idea di affittare un nuovo locale da affiancare all’Ambasciata d’Italia a Montevideo.
Al momento non conosciamo ancora i costi di questa operazione, di certo i servizi più richiesti (passaporti e cittadinanza su tutti) resteranno comunque appannaggio dell’Ambasciata. Siamo sicuri che questo non sia uno spreco?
Noi restiamo in attesa di risposte da parte del sottosegretario, sperando che le sue promesse possano essere mantenute. Per il bene del nome dell’Italia all'estero.