Ingenui o ciarlatani? Ormai da tempo divenuto fin troppo lungo ci si interroga sulla natura più profonda degli esponenti del Movimento Cinque Stelle. Interrogativo che torna ad essere riproposto dalle ultimissime vicende che hanno visto come protagonisti Alessandro Di Battista ed alcuni ministri grillini guidati sul terreno del dilemma dal vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio.

Di Battista, a cui l’anno sabbatico e guatemalteco dalla politica deve aver accentuato lo spirito umanitario, ha colto al volo l’incendio di Notre-Dame per denunciare la protervia dell’Occidente capitalista ed imperialista che si prepara ad investire grandi somme per la ricostruzione della Cattedrale parigina e non stanzia neppure un euro per la ricostruzione e gli aiuti alla Libia in fiamme. Ma si è mai posto il buon Di Battista il problema di come ed a chi fornire soldi per la Libia nel caso il protervo Occidente decidesse di intervenire finanziariamente?

Con bonifici alle banche di riferimento del generale Khalifa Haftar o del premier Fayez al-Sarraj? Con valigette di banconote ai capi delle decine di tribù e milizie che si contendono fette di territorio libico? E come impedire che i soldi per gli aiuti umanitari o per la ricostruzione possano venire impiegati dai leader e capi libici in nuovi armamenti per andare avanti nella guerra civile? Di Battista pensa che basterebbe chiedere ai libici di applicare il decreto spazzacorrotti e mandare gli agenti provocatori suggeriti da Piercamillo Davigo per risolvere il problema?

Sul piano dell’irrealismo, comunque, Di Battista è in buona compagnia. Di Maio, seguito a ruota dalla ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, ha deciso di approfittare della minaccia di un’invasione di ottocentomila profughi per mettere in difficoltà Matteo Salvini chiedendogli di ottenere dai Paesi europei sovranisti di accogliere dentro le loro frontiere una parte dei fuggitivi. La ministra della Difesa, a sua volta, ha rincarato la dose alimentando una sorta di levata di scudi dei generali delle Forze Armate contro il ministro dell’Interno leghista, colpevole non solo di continuare a proporre la soluzione dei porti chiusi, ma anche di pensare che la tenuta dell’ordine pubblico all’interno dei confini sia di sua competenza.

Di Maio e la Trenta sono sul serio convinti che di fronte ad ottocentomila profughi arrivati in Italia sarebbe possibile procedere ad un’equa distribuzione negli altri Paesi europei. Come? In aereo? Nei carri ferroviari piombati? O dichiarando guerra a chi si rifiutasse di accogliere la propria quota di centomila e passa profughi? Di fronte a queste dimostrazioni di assoluta irresponsabilità il dilemma se i grillini siano ingenui o ciarlatani appare inutile. Questi ci fanno e ci sono. E rappresentano un pericolo gravissimo per un Paese che oltre a combattere contro la crisi deve anche affrontare il problema di come liberarsi dei cretini al potere!

Arturo Diaconale