Si è svolto giovedì sera alla Casa degli Italiani di Montevideo la tradizionale cerimonia organizzata dal Comites per ricordare il 74esimo anniversario della festa della Liberazione.

Una corona floreale è stata posta sotto la targa commemorativa che omaggia la resistenza e il contributo dei partigiani alla lotta antifascista. Un 25 aprile che, a dire il vero, in Uruguay sta scivolando inesorabilmente verso il dimenticatoio: abbastanza scarsa infatti è stata, ancora una volta, la partecipazione del pubblico con pochissimi rappresentanti di associazioni. Assente l’ambasciatore italiano Gianni Piccato, assente la maggioranza dei consiglieri del Comites.

"In questo anniversario del 25 aprile faccio mie le parole dell’Anpi, l’associazione dei partigiani" ha esordito il presidente del Comites Alessandro Maggi che ha criticato la posizione della Lega di non prendere parte alle celebrazioni. "In questo momento in Italia alcuni cercano di negare questa festa paragonandola solo a uno scontro tra fascisti e comunisti. Far passare questo messaggio di divisione è un grave errore".

Il 25 aprile al Comites di Montevideo

 

"Il 25 aprile" -ha proseguito Maggi- "è la vittoria degli ideali di democrazia e libertà che hanno spazzato via la dittatura. È il canto corale delle origini autentiche della nostra Repubblica. La maggioranza degli italiani si riconosce con coscienza, fedeltà, entusiasmo e passione civile in questa festa". Secondo il presidente del Comites, la celebrazione di questa data è "ulteriormente significativa" per tutti gli italiani all’estero e i numerosi discendenti di coloro che "lottarono per la difesa della loro patria e per avere un mondo di pace, più giusto e libero".

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Il capo della cancelliera consolare Antonella Vallati ha ripreso nel suo saluto le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha parlato di un "secondo risorgimento" vissuto da un’Italia distrutta dopo il ventennio fascista. "Il 25 aprile è la festa della libertà" ha commentato la Vallati. "La libertà nel senso assoluto, sia quella di pensiero che quella di azione nel rispetto delle leggi. Questi valori fondamentali che oggi diamo per scontati sono anche il sacrificio di quella esperienza e bisogna sempre tenerlo presente. E vale anche per tutti coloro che oggi vivono fuori dall’Italia".

"Vorrei che questa data diventasse un appuntamento fisso per la collettività italiana ogni anno". Intervenuta al termine della serata, il messaggio della consigliere del Comites Filomena Narducci è stato un auspicio affinché "tutti gli italiani sappiano che oggi qui ci si ritrova per commemorare sempre la festa della Liberazione. Guai il giorno che non si faccia". L’ultimo intervento è stato quello di Bernardo Zannier della Famèe Furlane di Montevideo che per l’occasione ha raccontato una triste vicenda di cui era stato protagonista il padre Guido, un riconosciuto linguista emigrato in Uruguay dove ebbe una brillante carriera accademica.

Nel 1974 Zannier era il preside della Scuola Italiana di Montevideo ma venne licenziato per aver organizzato una cerimonia per quel 25 aprile: "Per molto tempo non ho voluto parlarne dato che per me rappresentava una persona molto cara. In nome della libertà e la democrazia, oggi volevo fare un piccolo ricordo per lui in occasione di questa data".

Matteo Forciniti