La storia dei barbieri è racchiusa anche all'interno di quei pali 'rossi, bianchi e blu' che in particolare negli Stati Uniti simboleggiano un mestiere antico e pieno di fascino. Quel 'tricolore' che negli USA si vede in ogni barber shop, risale, in parte, addirittura a poco dopo il Mille quando Papa Alessandro III proibì ai religiosi di effettuare i salassi, pratica medica portata avanti poi fino alla fine dell'Ottocento, faceva defluire il sangue dalle vene. Così furono i barbieri ad effettuarla e il palo colorato fu pensato per segnalare quel servizio: il rosso era ovviamente il simbolo del sangue, il bianco dei bendaggi e a quella invenzione britannica il blu invece venne aggiunto negli States.

I barbieri fino a quando il mondo non era stato ancora stravolto dai social, erano anche l'epicentro delle chiacchiere, un momento di ritrovo: le riviste, a volte piccanti, sul tavolino, l'attesa poi barba e capelli. E la storia dei barbieri è impersonificata da Figaro, il factotum della città, e anche dalla tradizione italiana. Una lunga storia che addirittura ad Ann Arbor, nel Michigan, città a meno di un'ora da Detroit, raggiunge i 220 anni. Il barber shop in questione si chiama 'Dascola Barbers' che compirà gli ottant'anni in aprile, ma che sembra, purtroppo avviato a finire presto una tradizione lunga oltre due secoli. Bob Dascola, 73 anni, nel suo negozio ormai è rimasto da solo, nel senso che della sua famiglia non c'è più nessuno che abbia voluto seguire le sue orme.

"Sono alla fine della corda - ha raccontato - i miei figli sono tutti persone che fanno parte della informazione tecnologica. D'altra parte non puoi forzare i tuoi ragazzi a fare qualche cosa che non vogliono...". Così Bob Dascola si è trasformato nell'ultimo dei barbieri della sua famiglia. Una storia che ha segnato Ann Arbor: sì perchè la sua bottega in città fu aperta nel 1939, originariamente in Liberty Street, poi spostata successivamente in State Street. "Sto diventando vecchio - ha raccontato - ho ancora due anni di contratto d'affitto e non ho ancora deciso cosa fare". E mentre i suoi ragazzi hanno preso strade completamente diverse, ecco che la storia di Dascola torna in mente proprio ora che il suo barber shop sta per compiere ottant'anni di vita. Fu il padre Dominic nel 1939 a iniziare l'attività, acquistando un barber shop già esistente. Poi nel 1962 l'apertura di 'Dascola Stylist', mentre il fratello Patsy continuava a gestire la prima bottega. Quindi un'altra avventura nel 1968, quando la famiglia acquistò un altro negozio, poi chiuso nel 1987.

"Quando cominciai - racconta - e parlo di cinquant'anni fa, tutti avevano i capelli lunghi e molti barbieri chiusero perchè non sapevano come fare. Noi invece non avevamo nessun problema, perchè già tagliavamo i capelli alle donne. Anch'io mi feci crescere i capelli e quando la gente vede un barbiere così pensa subito: 'Sa cosa sta facendo...". Ed era così, lunghi o corti, Bob Dascola, famiglia di barbieri italiana, oggi nonostante i vorticosi cambi della società, nonostante abbia visto colleghi chiudere per mancanza di clienti, ha il suo barber shop sempre pieno. "Più gente di quanta è nelle mie possibilità. Offriamo un buon servizio e prendiamo cura dei nostri clienti dall'inizio alla fine. hanno cominciato a tagliarsi i capelli qui quando erano dei ragazzini e continuano a farlo fino alla fine della loro vita".

E se sono troppo anziani per potersi muovere, Dascola come faceva il padre, offre anche il servizio a domicilio, ma per i clienti piú affezionati. La storia dei Dascola, che nel mestiere, come famiglia, va indietro addirittura 220 anni, è stata a più riprese riportata anche dai giornali locali. Adesso, che il barber shop sembra avviato a chiudere per sempre, come quarant'anni fa quando forse raggiunse l'apice per popolarità e per presenza ad Ann Arbor. Il padre Dominic e lo zio hanno continuato a tagliare capelli fino agli anni Ottanta, poi con il passare del tempo tutto è rimasto nelle mani di Bob che adesso si trova da solo a portare avanti quello che, si può dire, è stato da sempre il mestiere della famiglia. E il suo barber shop oggi, a ottant'anni, è sicuramente non solo uno dei più antichi d'America, ma anche uno dei più longevi a gestione italo-americana. "Se lo si chiede a mia moglie lei risponderà 'mio marito ama quello che fa. Si sveglia presto, va al lavoro, ci resta tutto il giorno, passa dei bei momenti, torna a casa e ci mettiamo a parlare...'. Credo che tutto questo mi mancherà. Chi lo sa". E lo dice con gli occhi arrossati. Difficile anche solo pensare di lasciare qualcosa che ti ha accompagnato tutta la vita, un mestiere che è passato di padre in figlio, generazione dopo generazione e che ora invece si ferma. Per sempre.

Roberto Zanni