Manduria: almeno in otto si sono impegnati per mesi a torturare, tormentare, terrorizzare, picchiare e derubare un anziano che, amorevolmente, chiamavano "il pazzo". Ovviamente, a chi li interrogava dopo che il pazzo era finalmente morto di botte e di paura, i ragazzi di Manduria (in gran parte minorenni) hanno spiegato che lo facevano per fare una "bravata". Insomma qualcosa fuori le regole, ma qualcosa che fanno tutti, qualcosa che si fa per vedere e far vedere quanto si è bravi. Si erano scherzosamente auto definiti "la comitiva degli orfanelli", scherzavano insomma. E facevano video dei pestaggi e degli agguati al "pazzo" così per scherzare, per farci due risate sopra. come era divertente quel vecchio terrorizzato che se la faceva addosso! E su, due risate, che male c’è? Poi quello è morto e guarda che guaio.

Non manca tra la gente di Manduria, o almeno tra le cronache giornalistiche che forse la raccontano e forse la inventano (ormai…vai a sapere) chi spiega, follemente, in maniera civilmente ebete spiega: "ma qui ci sono solo bar". Solo bar…che possono dunque fare dei ragazzi per non morire di noia? Se trovano un "pazzo" si svagano. Tutti ragazzi di buona famiglia, nessun disagio economico, tutte famiglie che lavorano. Nessun genitore o parente immaginava nulla. Nessun abitante della via dove abitava il "pazzo" ha derogato alla ferrea linea di condotta del farsi i fatti suoi. Quindi a Manduria in fondo dov'è la notizia? Degli adolescenti che tormentano un vecchio "pazzo", bravi ragazzi di brave famiglie un po’ esuberanti. Famiglie un po’ addormentate e gente del paese serenamente intenta a difendere il valor civile dell’omertà. Ci è scappato il morto ma in fondo quei ragazzi di Manduria facevano cose che fan parte di una vita…normale. Non manca la sociologia in miniatura di sostegno, a sostenere che…succede.

Casapound, due di loro a Viterbo arrestati dopo che inquirenti hanno visto i video sui telefonini in cui i due immortalavano come e quando avrebbero violentato, con contorno di schiaffi una "camerata" al momento non consenziente. Sarebbe avvenuto nella sede di Casapound. Due di Casapound che usano la violenza, qual è la notizia? Non c’è notizia, è tutto normale: uno dei due aveva già un Daspo (divieto di stadio) per violenze da ultrà e altre medaglie biografiche al valor del menar le mani. Non c’è notizia, basta informarsi su Facebook: uno dei due, il consigliere comunale di un paesino, avvertiva gli italiani che i negri vengono per stuprare le vostre mogli, madri, figlie, sorelle… Uno così, psicologia elementare insegna, è normalmente un predatore sessuale, non tanto per libido quanto per odio e paura delle donne. Casapound ha espulso i due, ma i Casapound locali dicono che per i due "è stata allestita una trappola". E incredibilmente il sindaco di Viterbo dice alla radio che si è trattato di "bullismo". Bullismo prendere una donna contro la sua volontà, un po’ come bravata tormentare un vecchio per ridere. A ben guardare, sono azioni sorelle, sorelle di una vita…normale.

Bari, quella Ferrari da cui scende un ragazzino di nove anni che va alla sua prima comunione. L’autista parcheggia, a opulenza e forza e potere mostrare davanti, proprio davanti al sagrato. Scende il ragazzino, è figlio di un boss, la famiglia ha voluto una coreografia alla Casamonica. Il parroco dice: cose mai viste. Si sbaglia, si vedono sempre più frequentemente, sono sempre più normali le ostentazioni di chi fa vedere chi comanda e chi ha i soldi. Talmente normali che la gente senza soldi e senza potere si veste e si traveste, parla con le stesse parile e pensa con gli stessi pensieri di quelli che mandano il figlio in Ferrari e autista alla prima comunione. Domanda: il parroco ha dato il sacramento al ragazzino? Se lo ha fatto, in fondo in fondo ha considerato anche lui che così è la vita. Già, lontani e diversi nelle responsabilità e senza ovviamente conoscersi tra loro e senza aver nessun rapporto e senza aver avuto comportamenti comparabili o assimilabili, però i ragazzi di Manduria, il ragazzino in Ferrari di Bari e i camerati di Viterbo sono in qualche modo imparentati, culturalmente imparentati. Sono fratelli di vita, una vita tutta bisogni e e voglie e diritti e nessun dovere, una vita ignorante del prossimo, del mondo, del limite, una vita arrogante, prepotente e vittimista. Una vita normale, quella che normalmente molta di quella che si chiama gente vive, e neanche le dispiace viverla così.

Lucio Fero