E’ partita la prima petizione per chiedere al Dipartimento Usa al commercio estero (USTR) di escludere l'olio d'oliva europeo dalla lista di prodotti su cui pende la scure dei dazi “punitivi" voluti dal presidente Donald Trump.

Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che la North American Olive Oil Association (NAOOA) ha avviato l’iniziativa “Non tassate la nostra salute" che può essere sottoscritta in line (https://www.aboutoliveoil.org/petition) dopo che è stata ufficialmente avviata la procedura per far scattare nuovi dazi Usa, dopo la Cina, anche nei confronti dell’Unione Europea per la disputa sull’industria aeronautica con la consultazione pubblica delle parti interessate che dovrà concludersi il 28 maggio secondo quanto pubblicato sul registro Federale dal Dipartimento del Commercio statunitense.

Nella petizione si sottolinea che l'olio d'oliva è uno degli alimenti più salutari tanto che la stessa Food and Drug Administration statunitense (FDA) ha riconosciuto l'olio d'oliva come un alimento benefico per la salute cardiovascolare, ma i suoi benefici vanno ben oltre. Le stesse linee guida dietetiche dell'USDA per gli americani raccomandano la dieta mediterranea, della quale l'olio d'oliva è una componente principale, perché se fosse seguita secondo studi scientifici comporterebbe un risparmio di 20 miliardi dollari in trattamento per molti disturbi oltre alle malattie cardiache, tra cui cancro, diabete e demenza.

Gli Stati Uniti secondo la petizione consumano circa 300.000 tonnellate di olio d'oliva e gli Stati Uniti hanno prodotto solo 10.000 tonnellate nel 2018-19 e quindi un dazio sull'olio d'oliva europeo punirebbe principalmente i consumatori americani che dovranno pagare prezzi più elevati per gli oli d'oliva o passare a grassi meno sani o addirittura malsani, ma meno costosi.

In realtà la black list dei prodotti europei da colpire con dazi ha un importo complessivo di 11 miliardi di dollari e comprende, oltre all’olio di oliva, anche altri importanti prodotti agricoli e alimentari di interesse nazionale come i vini tra i quali il Prosecco ed il Marsala, formaggi, ma anche, gli agrumi, l’uva, le marmellate, i succhi di frutta, l’acqua e i superalcolici tra gli alimentari e le bevande colpite.

Nel mirino di Trump in particolare è finito secondo Coldiretti circa la metà (50%) degli alimentari e delle bevande Made in Italy esportate in Usa dove nel 2018 si è registrato il record per un valore di 4,2 miliardi (+2%).