Questi signori mentono sapendo di mentire. E lo fanno solo ed esclusivamente in chiave elettorale perché è anche a loro noto che la disperazione del popolo italiano porta quest’ultimo a credere ad ogni baggianata che gli viene propinata come, per dire, il taglio delle accise sui carburanti, il reddito di cittadinanza a 5 milioni di persone, l’abolizione della Legge Fornero, l’espulsione di 500mila immigrati e chi più ne ha più ne metta.

Una delle ultime menzogne è relativa all’abolizione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. I colpevoli devono pagare, dicono questi signori, ed il concetto di per sé è più che giusto: la gogna a tempo illimitato, però, è davvero un’altra cosa così come la scontata colpevolezza per chi (ma non per tutti...) ha ricevuto soltanto un avviso di garanzia. Perché, non è giuridicamente pensabile che un soggetto possa stare per anni in attesa del suo destino processuale. Con la prescrizione, almeno, il giudicante aveva dei termini entro i quali doveva esprimersi altrimenti il giudicato era di fatto scagionato dall’accusa su di esso pendente.

Ora invece chi è "sotto scopa" della nostrana giustizia-bradipo rischia di rimanerci per un tempo illimitato o almeno finché il giudice non decida che sia giunto il tempo di occuparsi del caso. Capiamo che certi deboli ed incerti soggetti non trovino di meglio che far favore ai magistrati credendo di ricevere, di conseguenza, un trattamento (per così dire) di favore a loro volta. Ma un governo degno di tale nome - e non è il caso dell’attuale - dovrebbe pensare che il processo prevede la presenza di due parti: chi giudica e chi è giudicato ed entrambi devono essere tutelati nei loro diritti e nei loro doveri.

Se si fa pendere l’ago della bilancia da una parte, l’altra è danneggiata a prescindere: e questo non va bene, oltre ad essere anticostituzionale. Vengono in mente le parole del celeberrimo magistrato Piercamillo Davigo secondo il quale, ad esempio, "non esistono politici innocenti ma colpevoli su cui non sono state raccolte le prove": colpevoli a prescindere e la cosa ci preoccupa parecchio.

GIANLUCA PERRICONE