Un tornado sull’Italia, la Lega. Sbaragliata la fragile, ingenua concorrenza, Matteo Salvini mostra gli scalpi di guerra. Fabio Fazio è il primo trofeo del vincitore delle elezioni europee. La domenica sera di RaiUno il terreno della battaglia vinta.

Dalla rete ammiraglia della Rai è stato gentilmente allontanato il conduttore di “Che tempo che fa”, definito da Salvini “il comunista col Rolex al polso che mi sta sulle palle”. Fazio deve traslocare su RaiDue, fa sapere l’azienda. Un trasferimento forzato, ma non un esonero su due piedi. Significativo, decisamente illuminante il tempismo che la Rai mette in mostra proprio nel giorno del trionfo leghista alle elezioni. Una scelta precisa, non la decisione frutto di un momento di rabbia.

Fazio viene rimosso a seggi ancora aperti per gli ultimi conteggi del voto per i sindaci. Una prova di eccezionale tempismo, prima che qualcuno potesse ripensarci o intervenire o interferire nella decisione già presa. Presa quando? Nel tempo, non da ieri, ma da attuare solo a babbo a morto, ovvero in presenza dell’esito finale delle elezioni. Semplice il ragionamento, se succede passeremo alla seconda e decisiva fase; pazienza, ciccia, se non succede. Sappiamo tutti com’è andata. È toccato al più grillino dei direttori, Carlo Freccero, comunicare a Fazio la cancellazione del talkshow da ReteUno. Una trasmissione indubbiamente fastidiosa per i rappresentanti del governo gialloverde. Freccero si è premurato di organizzare il trasloco.

Esaudito il desiderio leghista. O meglio, applicato il diktat salviniano. Arriveranno le spiegazioni, vedrete, compagne del ritornello di prammatica. Un classico in questi casi: “è stato tutto concordato, il programma non è stato censurato ma solo spostato in una rete che gli si addice di più”. In realtà, a dirla tutta, per Fazio e i suoi affezionati telespettatori non che poi cambi qualcosa. Ma la vera questione è un’altra, e sa di amaro. Ha vinto Salvini, l’ha spuntata lui, e la cosa che più allarma è che non sarà questa l’unica vittoria del segretario leghista e ministro della Repubblica, e vice premier, nell’ambito delle questioni Rai. Intese come epurazioni, spostamenti, rimozioni.

Aspettiamocene di cotte di e di crude e soprattutto di brutte. In questa occasione il conduttore televisivo è stato trasformato in nemico politico. In fondo a una guerra cominciata a febbraio. “È scandaloso che per cinque sere di conduzione di un festival musicale due persone guadagnino quello che una persona normale non prenda in una vita intera”, tuonò Salvini contro Fazio e la Littizzetto.

Da quel giorno, Fazio è diventato il bersaglio fisso, l’obiettivo, delle invettive politiche ed economiche di Matteo Salvini. Un tiro a segno continuo, un colpo ogni minima occasione. “Saremo costretti ad occupare fisicamente lo studio Rai dove operano Fazio e i suoi”, nei giorni in cui il ministro accusava il conduttore di non invitarlo in trasmissione. Salvo poi andarci e pentirsene subito. La protesta per l’ospitalità negata si trasformò nel rifiuto di concedere l’intervista. “Fazio mi invitato ma mi sono tolto la soddisfazione di dirgli no grazie, io faccio altro”.

Da ministro ha rappresentato gli inviti respinti alle trasmissioni televisive come scalpi conquistati appunto in guerra. Fino all’affermazione “Io nemico di Fazio? Lo vorrei in onda anche a Natale e Capodanno, più lui parla male di me più gli italiani votano Lega”. Comunque la giri, è successo. Salvini riteneva solo immorale il compenso che la Rai pagava a Fazio. “Sopra il milione non ci si deve arrivare”. Bastava che il bravo presentatore se lo riducesse quel compenso. “E io corro in ginocchio da lui”. Ma sotto sotto, a ben vedere, forse al vice premier davano più fastidio gli sfottò al curaro di Crozza. O il fatto che la domenica sera sulla rete ammiraglia Rai, la più seguita, si davano il cambio i personaggi che a Salvini stanno indigesti.

Mimmo Lucano, Roberto Saviano, eccetera eccetera. “Ci siamo trovati d’accordo su tutto”, informa Carlo Freccero a margine dell’incontro con Fazio, avvenuto a Milano, e durato sette ore. “Gli ho chiesto altri programmi. Ma è l’amministratore delegato Salvini che ora deve decidere. È lui che risolve i problemi”. Ma cosa accadrà se Salvini dovesse decidere di stravincere? Freccero non nasconde forti preoccupazioni. “Certo, se la Lega perseguita Fazio anche sulla nostra rete, la cosa diventa un po’ mostruosa”. I recenti accadimenti confermano comunque che la Lega ha messo le mani sui palinsesti della tv pubblica. Su RaiDue andrà un Fazio decisamente depotenziato. Sulla misura del ridimensionamento dovrà pronunciarsi l’ad Salini. Sia del compenso a Fazio sia per del budget per la produzione.

Freccero informa che il mandato affidatogli era di “convincere Fazio a venire su RaiDue, dal momento che lui ha un contratto che lo lega a RaiUno fino al 2021. Se non fosse stato d’accordo, avrebbe potuto benissimo girare i tacchi e portarsi via i soldi”. Freccero avrebbe convinto Fazio non inserire all’interno di “Che tempo che fa” una parte di satira e di intrattenimento. Si sarebbe parlato anche di spot, il direttore avrebbe telefonato alla concessionaria alla presenza del presentatore, collegati in viva voce. È confermata la messa in onda la domenica sera, in considerazione del fatto che Fazio non intende assolutamente rinunciarci. “Una condizione imprescindibile”.

La domenica sera è il campo di gioco del giornalista da sedici anni. Ma il compenso a Fazio? Sarà ridotto, tagliato. Però ad una condizione: che non sia un taglio ad personam e la Rai si impegni a chiedere a tutti quelli che superano un certo tetto di accettare una riduzione analoga. Servirà tutto quanto a calmare la Lega e a frenare la famelica voglia di potere di vendetta che sembra possedere Salvini? A breve l’ardua sentenza.

Di Franco Esposito