La proposta della Lega di finanziare in deficit la flat tax ci trova favorevoli. A maggior ragione se, come apprendiamo, Tria già condivide questa idea: ben venga il regime fiscale al 15% per i redditi fino ai 65.000 euro”, dicono i 5 stelle. Ma finanziare la riforma in deficit significa farla senza individuare le coperture.

Per Salvini infatti non occorre neppure quantificarle e trovarle le coperture: la riforma del fisco in deficit vale a dire farla facendo altro debito pubblico, con il buco che, secondo le più ottimistiche previsioni, sarà compensato dalle maggiori entrate, conseguenza della (presunta) ripresa economica. Sarebbe insomma un’ennesima sfida all’Europa che già minaccia una procedura per il debito pubblico italiano aumentato. E infatti il premier Conte dice: “Non discuto adesso davanti ai giornalisti come si farà la flat tax: un progetto di flat tax non è ancora arrivato a Palazzo Chigi”.

Salvini vorrebbe portare il progetto di flat tax già al prossimo consiglio dei ministri. “Prendiamo ancora questi giorni – dice Conte – ma sicuramente lunedì sarà la prima buona occasione per fare il punto della situazione: voglio parlare agli italiani. Questo è il governo del cambiamento, della chiarezza. Dobbiamo massima chiarezza agli italiani”.

“Più rischi che benefici da una manovra espansiva in deficit”, dice il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. “Manovre in deficit danno impulsi alla crescita che vengono annullati dall’aumento dei costi di finanziamento per lo Stato, le famiglie e le imprese. La strada da percorrere è dunque un’altra, quella delle politiche strutturali di lungo corso adottate con un’attenta disciplina di bilancio, la sola capace di riportare i rendimenti sui titoli sovrani in linea con le medie europee”.

Ma non c’è solo la flat tax: ci sarà di conseguenza, fanno notare fonti parlamentari della Lega, una revisione delle aliquote Irpef del 41 e del 43%, per le fasce alte potrebbero negli anni successivi scendere prima al 38% poi tra il 30 e il 35. E sul tavolo poi ci sono la proroga alla pace fiscale, gli aiuti alle imprese in crisi e la lotta all’evasione. Potrebbe arrivare inoltre un provvedimento governativo sulla possibilità di applicare le sanzioni per quegli esercenti che non utilizzano il Pos, introducendo la novità di eliminare ogni tipo di commissione.

ALESSANDRO AVICO