1.998.675 di voti in più, ed il 2 giugno 1946 l’Italia abbandonò la Monarchia per diventare una Repubblica. Il risultato del referendum che chiamò gli italiani alle urne per scegliere quale futuro dare al Paese, raccolse esattamente 12.717. 923 voti per la Repubblica e 10.719.284 per la Monarchia. Come ha ricordato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione delle celebrazioni dello scorso anno, "da quel 2 giugno 1946, abbiamo vissuto anni intensi verso una profonda coesione del popolo italiano, in un cammino ispirato dalla nostra Carta Costituzionale, architrave delle Istituzioni e supremo riferimento per tutti. Valori di libertà, giustizia, uguaglianza fra gli uomini e rispetto dei diritti di tutti e di ciascuno sono il fondamento della nostra società ed i pilastri su cui poggia la costruzione dell’Europa".

Una data che, ancora oggi, segna una delle ricorrenze ‘simbolo’ del Paese. A ricordare le curiosità della Festa della Repubblica, il Professor Michele D’Andrea, storico, scrittore, araldista, già dirigente della Presidenza della Repubblica.

"Il 2 giugno 1946 gli Italiani, e per la prima volta in una consultazione politica anche le donne, furono chiamati alle urne per scegliere se mantenere la monarchia dei Savoia o instaurare la Repubblica e per eleggere l’Assemblea costituente che avrebbe dovuto scrivere una nuova Costituzione. Tra l’altro, sulla scheda referendaria l’opzione repubblicana era rappresentata dall’Italia ‘turrita’, che non fu più utilizzata come simbolo elettorale ma è comparsa, ad esempio, nella più longeva emissione di francobolli del nostro Paese, in vigore dal 1953 fino agli inizi degli anni ’80. D’altra parte, la raffigurazione dell’Italia come una bellissima donna cinta sul capo da una corona turrita, richiamo immediato alla straordinaria civiltà dei Comuni medievali, è presente fin dal XV secolo nell’iconografia, nell’arte e nella letteratura. E se ci pensa, la corona turrita è proprio l’opposto della corona reale, non solo ideologicamente ma anche fisicamente."

I risultati del referendum vennero resi noti il 10 giugno, ed il 13 giugno, l’ormai ex re d’Italia, Umberto II di Savoia, lasciò l’Italia…

"C’era un forte desiderio di rimarcare la storica scelta degli italiani, e già l’11 giugno, la data del referendum fu dichiarata giornata festiva, quasi a sancire il Capodanno della nuova Italia repubblicana. L’anno successivo, il 2 giugno 1947, si celebrò la prima ricorrenza della Festa della Repubblica mentre la prima parata militare in via dei Fori Imperiali è del 1948, e nel 1949 la giornata del 2 giugno fu dichiarata Festa nazionale. In quell’occasione, dopo la deposizione della corona al Milite ignoto da parte dell’allora Presidente Luigi Einaudi, le bandiere delle Forze Armate si resero protagoniste di un gesto particolarmente suggestivo: uscendo dallo schieramento s’inchinarono al Capo dello Stato, che nel nostro ordinamento è anche il comandante supremo delle Forze Armate."

Si trattò di un evento unico?

"No, fu la continuazione di una tradizione militare plurisecolare che dura ancora oggi: le bandiere militari s’inchinano sempre di fronte a un Capo dello Stato. È, come dire, il loro modo di rendere omaggio all’autorità".

Dal 1949, il 2 giugno si celebra quindi la Festa della Repubblica. Oltre all’omaggio al Milite ignoto, quali cerimonie, riti, caratterizzano questa giornata?

"Di solito, il calendario delle celebrazioni si articola su due giorni: il 1° giugno c’è il cambio solenne della Guardia al Palazzo del Quirinale con un reparto di Corazzieri a cavallo, un concerto in onore del Corpo Diplomatico e il ricevimento serale nei Giardini del Quirinale. Il 2 giugno, come abbiamo già ricordato, il Presidente depone una corona d’alloro sulla tomba del Milite Ignoto, al Vittoriano, e assiste alla parata militare. Nel pomeriggio, i giardini sono aperti al pubblico con concerti delle bande militari."

Ci sono state occasioni particolari in cui la Festa del 2 giugno non è stata celebrata a Roma…

"Accadde nel 1961. In occasione del centenario dell’Unità d’Italia, le celebrazioni ebbero luogo a Torino che dell’Italia unita fu la prima capitale, dal 1861 al 1865. Ricordiamo che nel 1865 la capitale del Regno fu spostata a Firenze e infine, nel 1870, a Roma."

Anche la parata di Via dei Fori imperiali ha avuto alterne vicende…

"Esatto. Nel 1963 l’agonia di papa Giovanni XXIII, che sarebbe morto il 3 giugno, indusse il Governo a spostare la sfilata al 4 novembre, Giornata dell’Unità e delle Forze Armate, istituita per ricordare la conclusione vittoriosa della Grande Guerra, il 4 novembre 1918. Nel 1976 la parata non ebbe luogo a causa del disastroso terremoto che colpì il Friuli e la sospensione, anche per la crisi economica e petrolifera che colpì l’Europa, durò fino al 1983. Nuova interruzione nel 1989 fino al 2000, quando il Presidente Ciampi la ripristinò."

Per diversi anni, la Festa della Repubblica è stata celebrata sottotono, tanto che il 2 giugno non era considerato un giorno festivo come avviene oggi. Quando è tornata ad essere la festa “simbolo" per eccellenza dell’identità italiana?

"Nel 2001, proprio grazie al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che tanto si adoperò nel suo settennato per rivitalizzare i simboli della Repubblica e l’idea di Patria. Grazie a lui, il 2 giugno perse lo status di "festa mobile", nel senso che le celebrazioni avvenivano la prima domenica del mese, tornando ad essere un giorno festivo a tutti gli effetti."

Un’altra curiosità… c’è un motivo particolare per cui, per la parata, scortato dai Corazzieri in moto, il Capo dello Stato sceglie la Lancia Flaminia?

"Certo che c’è. Si tratta di una versione speciale della Lancia Flaminia 355, realizzata per il Quirinale nel 1961 in 4 esemplari e destinata espressamente alle occasioni più solenni. Fu usata per la prima volta in occasione della visita di Stato della Regina Elisabetta II di Gran Bretagna, nel maggio 1961, e da allora è stata amorevolmente curata dal garage del Quirinale che la tiene ancora oggi in perfetta efficienza. È un modello bellissimo, orgoglio dell’industria automobilistica italiana e di uno dei suoi più grandi carrozzieri, Pininfarina, che ne ha realizzato le modifiche e l’allestimento. Una curiosità: i quattro esemplari ebbero il nome di altrettanti cavalli purosangue, Belfiore, Belmonte, Belvedere e Belsito. E visto che abbiamo citato la visita di Elisabetta II, c’è un episodio che pochissimi conoscono. La scorta dei Corazzieri a cavallo, con le loro scintillanti corazze, affiancò la Flaminia con a bordo la Regina nell’ultimo tratto in salita di Via XXIV Maggio, prendendo il posto dei motociclisti. Quella volta, però, il maniscalco del Reggimento aveva realizzato dei ferri di cavallo in gomma, per evitare che gli animali perdessero l’equilibrio sul selciato scivoloso. Avvenne così che i maestosi cavalli apparvero quasi per magia attorno alla Regina, accompagnandola in un magico silenzio fino al Palazzo. E da grande intenditrice di cavalli, la sovrana rimase ammirata e volle portare con sé alcuni esemplari dei nostri ferri… silenziati."

Ogni anno, la parata viene dedicata ad una tematica… dalle Forze Armate ai terremotati dell’Emilia: qual è il tema della parata del 2019 che celebra il 73° anniversario della Repubblica italiana?

"Il tema proposto per la parata del 2 giugno, quest’anno è «Le Forze Armate, il Paese e l’inclusività".

Un altro protagonista del 2 giugno è il Tricolore: immancabili, durante la parata, le mitiche Frecce Tricolori, o il lungo drappo “srotolato" sul Colosseo dal corpo dei Vigili del Fuoco, senza dimenticare che i Presidenti di Camera e Senato ed membri del Governo presenti alla parata, indossano una coccarda. Michele D’Andrea, tra l’altro, è l’autore dello stendardo presidenziale e degli stemmi dell’Esercito, della Marina Militare, dei Carabinieri e della Polizia di Stato; come non chiedere qual è l’utilizzo, il significato dello stendardo presidenziale.

"Lo stendardo presidenziale è il segno della presenza del Presidente della Repubblica. Sventola sul Torrino del Quirinale quando il Capo dello Stato è a Roma, è issato sulle automobili, sulle navi e sugli aeroplani che lo hanno a bordo, si espone all’esterno delle Prefetture quando il Presidente visita una città, è collocato all’interno degli edifici in cui interviene ufficialmente. L’attuale stendardo, adottato il 4 novembre 2000, si ispira alla bandiera della Repubblica Italiana del 1802-1805, uno Stato che nell’epoca napoleonica abbracciava quasi tutta l’Italia settentrionale, e vuole esprimere un più stretto legame con il Tricolore, sia come richiamo storico al nostro Risorgimento sia come simbolo dell’unità nazionale. La bordatura d’azzurro simboleggia le Forze Armate, di cui il Presidente della Repubblica è il capo. L’esemplare originale dello stendardo presidenziale è conservato nell’ufficio del Comandante dei Corazzieri."

Lei è autore di diverse pubblicazioni, cito solo “La vera storia del Tricolore e dell’Inno di Mameli". Del Tricolore abbiamo dato qualche cenno, ma che ruolo ha il nostro Inno nella giornata del 2 giugno?

"È, come dire, la ‘colonna sonora’ della Festa della Repubblica, come lo fu del nostro Risorgimento. Accompagna i momenti salienti delle cerimonie, rende gli onori al Capo dello Stato, apre e chiude gli schieramenti militari, è intonato dalla gente nei Giardini del Quirinale. È il nostro simbolo, è musica italianissima, è l’Italia."

Oltre alle cerimonie per la Festa della repubblica, il 2 giugno si dedica un momento anche al conferimento delle onorificenze da parte del Capo dello Stato: quali sono e quali sono assegnate anche agli italiani all’estero?

"La Repubblica Italiana possiede quattro ordini cavallereschi: l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, l’Ordine al Merito del Lavoro, l’Ordine Militare d’Italia e l’Ordine della Stella d’Italia. Quest’ultima onorificenza viene assegnata agli Italiani all’estero e ai cittadini stranieri che abbiano acquisito particolari meriti nella promozione dei rapporti di amicizia e collaborazione tra l'Italia e gli altri Paesi e nella promozione dei legami con l’Italia."

La Festa della Repubblica viene celebrata anche all’estero: quali cerimonie sono previste?

"In pratica, si può affermare che il 2 giugno è la data che unisce tutti gli italiani, in Italia e all’estero. Ogni rappresentanza diplomatica italiana celebra la Festa della Repubblica con una serie d’iniziative che non seguono uno schema rigido; in base alle loro esigenze, può cambiare anche la data, ma non c’è una rappresentanza diplomatica, o anche un’Associazione di italiani che non ricordi la Festa della Repubblica. In genere, è previsto un ricevimento in Ambasciata per le alte cariche del Paese ospitante e il Corpo diplomatico accreditato, incontri in cui è presente anche una rappresentanza della comunità italiana, nonché eventi culturali e artistici."

In pratica, della Festa della Repubblica, in linea generale si sa quasi tutto, ma sono certa che lei saprà dare ai lettori de La Gente d’Italia… qualcosa in più…

"Le… fragoline di bosco. Da diversi anni, ormai, in occasione della Festa della Repubblica i Giardini del Quirinale si aprono alla gente che li invade festosamente. Nel passato, invece, i Giardini ospitavano il pomeriggio del 2 giugno un grande ricevimento riservato alle istituzioni, alla politica, al mondo economico e imprenditoriale, a importanti figure della società civile, della cultura e dell’arte. Ebbene, sui ricchi tavoli del buffet spiccavano le prime, meravigliose fragoline di bosco dei Castelli Romani che, inutile dirlo, erano le prime a sparire: nessuno voleva rinunciare a una simile primizia! E poi, le musiche delle bande militari che nei Giardini creavano delle atmosfere veramente magiche, specie quando si andava verso l’imbrunire e il panorama di Roma assumeva quei colori e quei tagli di luce che ne fanno la più bella città al mondo. Secondo me, naturalmente!".

Lei, tra l’altro, ha prestato servizio militare presso i Corazzieri che gestiscono la sicurezza del Quirinale: ha un aneddoto, una situazione particolare che ricorda con piacere?

"Le due sedute di jogging nei Giardini del Quirinale con il Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter, in occasione della sua visita di Stato nel giugno 1980. Corsi con lui e la scorta del Secret Service, e devo dire che l’inquilino della Casa Bianca era veramente ben allenato!".

Oltre al periodo del servizio militare, lei ha trascorso diversi anni al Quirinale come dirigente, ricorda una Festa della Repubblica “particolare"?

"Un’edizione particolarmente sfortunata, se non ricordo male all’epoca del Presidente Cossiga, perché la pioggia costrinse ad allestire il ricevimento nelle sale del Palazzo, senza la magia dei Giardini. Non fu piacevole, nonostante la sontuosità delle sale, perché, come scrisse Cicerone: «Si hortum in bibliotheca habes, deerit nihil», più o meno «se hai un giardino accanto ai libri, non avrai più bisogno di nulla». Posso dirle una cosa? Il Quirinale è incantevole – e invito i lettori a visitarlo quando verranno a Roma, perché ora è molto semplice – ma senza il suo giardino sarebbe "soltanto" un bellissimo palazzo. Con il giardino è un palazzo unico al mondo."

di GIOVANNA CHIARILLI