La chiamano green economy ed è certamente la vera sfida del futuro. Creare un’economia che sia ecosostenibile, che non inquini e che soprattutto sia rinnovabile. Partendo dalla produzione di energia. Una necessità oggi. E di energie rinnovabili ne esistono tante, eolica, idroelettrica, geotermica. A queste si aggiunge una nuova fonte rinnovabile: Lybra. Ideata da un gruppo di ingegneri italiani, Lybra promette di rivoluzionare il sistema di rinnovabili partendo dall’utilizzo delle autovetture. Lybra è in pratica un sistema di dossi che trasforma il traffico in energia verde. Le automobili, si sa, sono una grande fonte di inquinamento atmosferico, ma possono anche diventare una fonte di energia pulita. Da questo concetto sono partiti i fondatori di Underground Power (UP), startup italiana di Paderno Dugnano (Milano) nata nel 2011 da Andrea Pirisi, il Ceo, e dai soci Massimiliano Nosenzo e Andrea Mario Corneo.

I brillanti ingegneri sono riusciti a sviluppare una tecnologia in grado di convertire in elettricità (corrente alternata per l’esattezza) l’energia generata dal rallentamento di un automezzo. Come? Con quello che inizialmente era una sorta di dosso rallentatore, successivamente ottimizzato e trasformato in pedana stradale piatta. Questa è dunque l'idea alla base di Lybra, una speciale pavimentazione in gomma simile ad un pneumatico che converte l'energia cinetica prodotta dai veicoli in movimento in energia elettrica. Con il sistema di dossi energetici Lybra è in grado di recuperare e assorbire energia dalle automobili, rallentandole, aumentando così la sicurezza stradale e producendo energia verde. Il sistema Lybra è progettato per rallentare le auto ovunque lo richieda il limite di velocità. La tecnologia utilizza l'energia propria dell'auto per compensare le emissioni di CO2. Lybra può essere installata efficacemente nei pressi di rotatorie e di passaggi pedonali, caselli autostradali, vicino a rampe di uscita, e nei parcheggi dei centri commerciali.

Secondo le stime dell’azienda produttrice un dosso con sistema Lybra istallato in una zona con traffico intenso, come il parcheggio di un supermercato o ai caselli autostradali, potrebbe produrre fino a 100.000 kWh all'anno, la stessa quantità di energia prodotta da 19 tonnellate di petrolio. Ma come funziona nello specifico Lybra? Quando il veicolo passa sopra Lybra, la velocità e la massa del mezzo comprimono la superficie. Questa comprimendosi si deforma verticalmente di circa 3 cm, e genera due effetti: il veicolo viene rallentato, incrementando lo sforzo che la ruota deve fare per rotolare in avanti, e la compressione della superficie aziona il generatore elettrico. Il primo sistema Lybra è stato istallato a Rescaldina (Milano), nel febbraio 2014 e grazie a numerose prove. Altri due impianti sono stati posati all’ingresso di un centro commerciale di Altavilla Vicentina (Vicenza). La novità è che, per la prima volta, questa tecnologia verrà adottata sulla pista di un casello autostradale, per la precisione quello di Cordignano sulla A28, in concessione ad Autovie Venete e dove ci sono circa 5.600 transiti al giorno. Si stima che la capacità produttiva dei due dispositivi, uno in entrata al casello e uno in uscita, potrà generare fino a 15 mila 767 kWh l’anno.

Grazie al sistema Lybra verranno prodotti anche 11 mila tonnellate di anidride carbonica in meno, perché, il dosso agendo da rallentatore, permetterà un uso inferiore dei freni e del conseguente calore che si genera in frenata. Un sistema vincente e rinnovabile che potrebbe davvero rivoluzionare il traffico in futuro. Andrea Pirisi amministratore delegato della UP racconta orgoglioso di come Lybra sia nato quasi per sbaglio. "Tutto è cominciato nel 2010 – racconta– avevo appena finito il dottorato al Politecnico di Milano e con il mio gruppo di ricerca stavo sviluppando un sistema in grado di produrre energia dal moto ondoso del mare, una sorta di boa smart. Il sistema funzionava così: l’onda trascinava in alto e in basso la boa, dentro la quale c’era un generatore elettrico che convertiva questo movimento in energia elettrica. Abbiamo iniziato a fare un po’ di ingegnerizzazione, presentato il progetto agli investitori ma poco dopo ci siamo resi conto che il problema principale era il contesto il cui lo stavamo installando: l’ambiente marino è imprevedibile e aggressivo ed i test costavano molto".

"Una sera – racconta Pirisi – , parlando con gli amici in un bar, mi si è accesa la lampadina: il generatore funziona, ma in mare è impossibile creare un modello predittivo , allora perché non farlo in strada?" Da questa idea il pool di ingegneri hanno cominciato la sperimentazione e poco dopo il sistema Lybra ha superato brillantemente i test di laboratorio dando vita ad una tecnologia capace di convertire energia dal transito dei veicoli.

Margareth Porpiglia