Migliaia di pensionati italiani in Uruguay sono schedati e i loro dati personali circolano da anni liberamente senza alcun controllo: nome, cognome, indirizzo, data di nascita, quantità di denaro da riscuotere dalla pensione dell’Inps eccetera. Una violazione della privacy gravissima che va avanti da tanto tempo ma che non preoccupa nessuno.

È quanto emerge da un documento di cui Gente d’Italia è entrato in possesso proveniente da Scotiabank, la banca incaricata di pagare i pensionati in Uruguay, che ogni mese trasmette queste informazioni via mail a tutti i patronati operanti nel paese. La denuncia arriva dal patronato Ital Uil attraverso il suo responsabile dell’America Latina José Tucci: "È una cosa tremenda, una grave violazione della legge sulla privacy ma la cosa peggiore è che il Consolato tolleri questa situazione e non dica niente. Sorprende che tutto questo possa succedere in un paese come l’Uruguay con una lunga storia nella protezione dei dati bancari".

"Perché" -si chiede Tucci- "io devo sapere gli assistiti di un altro patronato e viceversa? Che cosa mi interessa? È stato proprio per colpa di questi elenchi che negli scorsi anni abbiamo perso la maggior parte dei nostri pensionati dopo una serie di problemi avuti. Queste informazioni, tra l’altro, sono inutili per il nostro lavoro quotidiano dato che ogni patronato possiede già un elenco dei suoi assistiti che basta. Questa lista non serve a niente, non porta alcun beneficio. Possiamo continuare a fare quello che facciamo senza questi dati".

Rimane dunque il dubbio: perché Scotiabank invia a tutti questo elenco? E ancora, lo invia solo ai patronati oppure anche ad altri attori coinvolti nel lungo e tortuoso processo burocratico del pago delle pensioni? Quante sono, esattamente, le vittime di questa vicenda? Nel documento visto da Gente d’Italia ci sono 985 persone che rappresentano quasi la metà del totale dei pensionati residenti in Uruguay ma l’Ital assicura che il numero potrebbe essere maggiore. L’unica cosa certa è che queste persone vanno adesso incontro a un altra disavventura dopo i problemi relativi all’ottenimento del certificato di esistenza in vita come abbiamo recentemente denunciato.

Scotiabank si nasconde dietro un misero "messaggio confidenziale", posto in calce alla mail, e se ne lava praticamente le mani. Ma quali garanzie ci sono? Cosa ne sappiamo dell’uso che i patronati fanno dei dati sensibili di migliaia di persone che non sono tenuti ad avere? Quello che sta succedendo in Uruguay rappresenta una vera anomalia in America Latina, sostiene il responsabile dell’Ital. "Se una cosa del genere ci fosse anche negli altri paesi sarebbe una pazzia. In Argentina abbiamo 32 impiegati, 32 persone che potrebbero diffondere questi dati. Io non posso mettere la mano sul fuoco che questo non accada. I numeri chiaramente in Uruguay sono bassi ma in ogni caso il pericolo resta. C’è il rischio che possa succedere qualcosa ma poi, una volta che il danno è stato fatto, a chi diamo la colpa?".

I dati personali fanno gola a molti, gli interessi che si potrebbero nascondere dietro sono notevoli. Basta pensare solo alle elezioni e alle modalità poco trasparenti del voto estero che lasciano in ogni tornata elettorale tantissimi sospetti . I responsabili dei patronati che si presentano alle elezioni hanno usato i dati dei pensionati per la loro propaganda politica? Chi ci garantisce il contrario? Volendo essere ancora più chiari: se si conosce l’indirizzo e l’identità di un elettore si può arrivare addirittura a rubare o a comprare il plico elettorale.

E se il voto in Uruguay fosse falsato? Bisogna ricordare anche che il più delle volte i soggetti coinvolti sono persone vulnerabili, anziani con difficoltà economiche e con problemi di salute per i quali un assegno dell’Inps è di vitale importanza per vivere. Perché nessuno in Uruguay ha mai denunciato questa grave violazione del trattamento dei dati personali o almeno sia intervenuto per correggere -volendo essere ottimisti- un banale errore? Le autorità diplomatiche-consolari che si riempiono puntualmente la bocca del rispetto della privacy dove sono? Sono a conoscenza dell’operato di Scotiabank come afferma Tucci? Lo sanno che potrebbero essere complici anche loro?

Matteo Forciniti