Di certo, cari Lettori, avrete notato come il nostro modo di raccontare la realtà dei fatti a volte è all'insegna della critica. Sovente anche dura, per carità. Nessuno lo nega. Per fortuna, in democrazia, questo è ancora possibile. Nonostante qualche "cattivone" sostenga che tra gli obiettivi del governo italiano ci sia quello di mettere il silenziatore ai mass media. In che modo? Per esempio facendo chiudere giornali, radio e tv, abolendo il pluralismo e i contributi all’editoria. Ma qui si entra in un altro "discorso" e non è certa questa la sede per (ri)affrontarlo. Dunque ci perdonerete se lo concludiamo qui. Torniamo invece ai nostri articoli, a quelli appunto di "critica". Negli ultimi tempi abbiamo spesso (e aggiungiamo purtroppo) parlato di quanto accade all'interno dell'Ambasciata d'Italia a Montevideo, che sembra quasi essere stata messa lì così, per pura casualità.

A partire dalla costruzione di un nuovo (inutile) ufficio consolare fino alla "Festa del 2 giugno" che oramai, da qualche anno, nemmeno si onora più negli spazi riservati alla nostra sede diplomatica, ci siamo permessi di chiedere - così come è giusto nel pieno diritto di cronaca - all'ambasciatore Gianni Piccato delucidazioni sul suo operato. Anche sui costi di un'opera che si era prefissata l'obiettivo di trasformarsi in una sorta di "guida per l'Uruguay", ma che purtroppo è risultata farcita di grossolani e marchiani errori. Ovviamente, ci sembra opportuno evidenziarlo, quelli spesi non erano soldi personali dell'ambasciatore, perciò abbiamo ritenuto giusto rivolgergli alcune domande e sollecitandolo a rispondere ai nostri inviti così da spiegare il suo modus operandi. In effetti, non abbiamo mai chiesto la luna a Piccato, ma solo di ricevere da lui spiegazioni circa il proprio operato. Qualche uccellino, poi, ci ha addirittura raccontato che molti di questi nostri servizi giornalistici "interrogativi", tramite il sistema della rassegna stampa quotidiana, finiscono negli uffici del Ministero degli Esteri a Roma. Ma quando si lavora alla compilazione "ufficiale" della rassegna, puff, ecco che, come per magia, questi nostri scritti scompaiono. Vengono cestinati...

Sì, avete capito bene. Lo riepiloghiamo per i duri di comprendonio. Noi scriviamo un pezzo su Gente? (che finisce tutti i giorni anche sul nostro sito internet www.genteditalia.org). In questo pezzo chiediamo lumi al Sottosegretario agli Esteri senatore Ricardo Merlo o al Signor Ambasciatore d'Italia a Montevideo circa una determinata questione che sta a cuore alla collettività? Il pezzo dovrebbe finire in rassegna e quindi girato al Ministero a Roma. Esiste una struttura per questo con giornalisti e politici profumatamente retribuiti. Benissimo: ma quello che arriva sulla scrivania del Ministro o è monco oppure è solo il lontano parente dell'articolo che era stato originariamente vergato da noi. O da qualche tempo se trattasi di argomenti sgraditi al politico o ai politici che occupano oggi le poltrone della Farnesina, non arriva per niente....

Avete capito l'antifona, cari Lettori? Chiaro, fin troppo chiaro l'obiettivo di non far arrivare i nostri "servizi" ai piani alti del Ministero, dal numero uno Moavero tanto per intenderci, così da impedire che da Roma si possano chiedere ulteriori spiegazioni su quanto sta accadendo a Montevideo. Un po' come già accade con le due agenzia di stampa all'estero (foraggiate sempre con centinaia di migliaia di euro dal Mae...) Davvero incredibile, non trovate? Censura? Non lo sappiamo, ma probabilmente è di questo che si tratta. Del resto che l'attuale governo abbia abolito il pluralismo e la democrazia lo si può vedere e constatare tutti i giorni. E in tutti i settori, guardate gli attacchi alla Rai e alla magistratura... Chi non é d'accordo con i loro diktat ciao, finito, cancellato, cacciato, spostato, censurato... Censura sì. Un vero e proprio sgarro non solo verso di noi che ogni giorno cerchiamo di tenervi informati, ma soprattutto nei vostri confronti, cari Lettori. Che meritate risposte. Anche più di noi.

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