Caro Direttore,

Mario Bonanni Lannutti ci ha lasciato! Uno dei pochi connazionali che ha dedicato l’intera vita alla nostra comunità se n’è andato tranquillo, dopo 86 anni pieni di amore, dedicazione per il proprio lavoro, alla propria famiglia, ai propri connazionali. Per tutti è stata una perdita enorme, anche per me che, in quasi 50 anni di collettività, ho vissuto con Mario momenti bellissimi e non tanto. Era l’anno 1967 quando conobbi un giovane abruzzese che insegnava Italiano e che era anche molto affezionato a mio padre, il Direttore della RAI per l’America Latina.

Aveva poco più di 30 anni, parlava la nostra lingua molto fluidamente e per me, che ero appena arrivato dall’Italia per studiare alla Scuola Italiana di Montevideo, era molto importante poter chiacchierare con qualcuno che mi facesse sentire di stare a casa. Era, come lo è stato sempre, una persona deliziosa, sempre con un franco sorriso in bocca e con quella contagiosa predisposizione a tutto ciò che fosse italiano. Dopo il 1968, anno in cui cominciai a leggere notizie al programma radio La Voce d’Italia, trovai sempre in lui un alleato di ferro.

Già cominciava i suoi primi approcci con la sua carissima comunità abruzzese ed io, come "vicino" marchigiano, imparavo da lui quella voglia pazza di stare vicino alla cultura, le tradizioni ed i valori del nostro paese. In oltre mezzo secolo di collettività, Mario ha occupato quasi tutti i ruoli di dirigente sia nella sua Associazione Abruzzese, sia a Casa d’Italia. Ha fatto parte del Comitato Consolare, della FEDITALIA poi, molto più avanti, del COMITES, dell’AIUDA ed altri sodalizi.

Una persona dolcissima, sempre pronta al dialogo, amata e rispettata per le sue idee così come per le sue virtù. Per la RAI ed anche per GENTE D’ÌTALIA lo abbiamo intervistato tante volte. Sempre aveva un sorriso in bocca e ci ricordava che, per essere italiano, bisogna sentirsi italiano, bisogna dimostrare anche la propria capacità ed estro italico. Quante volte l’ho abbracciato, quante volte abbiamo dialogato ed anche discusso fortemente sui principali temi della nostra comunità e della nostra Italia! I nostri incontri sempre si aprivano con un abbraccio e finivano con un abbraccio, sincero, autentico, affettuoso.

Mario Bonanni è stato uno degli ultimi connazionali vincolati SEMPRE alla nostra comunità, fino all’ultimo dei suoi giorni. Fino a poche settimane fa lo vedevamo in tutte le principali riunioni, ricordo l’ultima all’Istituto Italiano di Cultura presentando le proprie iniziative per migliorare uno degli argomenti che gli stava più a cuore: l’Educazione. Se lo considerassimo un militare, è morto in trincea, ha lottato fino alla fine, è stato sempre fra di noi e lo starà per sempre. Ha conosciuto e lavorato con i più grandi personaggi della nostra collettività, da Muzi a Monciotti, da Bravín a Benini, sempre con lo stesso spirito di sacrificio e di italianità. Non ci resta che lasciare un forte abbraccio alla sua famiglia, a sua moglie, i suoi figli e nipoti, nonchè ricordare che l’Abruzzo perde uno dei suoi figli prediletti.

Stefano Casini