Salse dal cattivo odore, pasticci leghisti. Ne ha svelati alcuni ieri sera Report, il solito bello, magnifico esempio di televisione d’inchiesta che la Rai manda in onda con il pacchetto ben confezionato dalla redazione. Quella appunto di Report, la cui direzione è passata dalla mitica Milena Gabanelli al suo ex vice oggi dominus Sigfrido Ranucci.

Oggetto della puntata i soldi pubblici che entrano ed escono, poi rientrano e riescono. Un vorticoso e complicato giro di società. Protagoniste e operative società più o meno legate, direttamente o indirettamente, alla nuova Lega di Matteo Salvini. Al centro dell’intenso traffico di andata e ritorno, di uscite e rientri, l’attuale tesoriere della Lega, oltretutto attualmente deputato della Repubblica, Giulio Centemero, quarant’anni. Quando creò la nuova Lega, Matteo Salvini decise di eleggerne la sede presso lo studio del commercialista Scillieri, a Milano. Funziona, pare funzioni alla grande, il giro di società legate più o meno alla Lega.

Report molti veli li ha tolti, rappresentando un inquietante spaccato. Complimenti al direttore Ranucci e si suoi inviati, efficienti, capaci, puntigliosi. Le caratteristiche peculiari dei bravi giornalisti. I fondi del gruppo leghista al Senato, per dirne una, sono destinati a un’impresa di una cognata di Alberto Di Rubbia. Pari pari, il direttore amministrativo del gruppo parlamentare della Camera e amministratore della Pontida fin, l’immobiliare della Lega. La Pontida fin si occupa della comunicazione social.

Allora dov’è l’inghippo? Infatti c’è, e anche grosso. La cognata dell’amministratore fa la barista. Avete letto giusto, ma cosa c’entra la barista in questo flusso di soldi, 480mila euro? Lei è la destinataria, laddove quella massa di denaro andava inviata nelle mani dello spin doctor di Salvini, Luca Morisi. Andata in onda ieri alle 21:20 su Rai3, la trasmissione ha mostrato i dettagli della nebulosa gestione finanziaria della vecchia nuova Lega. I giornalisti Alessia Marzi e Luca Chianca sono riusciti a sviscerare gli intricati rapporti tra commercialisti, società fiduciarie, alcune pubbliche della Regione Lombardia e uomini legati a filo doppio con la Lega. Sempre presente e attuale la questione dei 49 milioni di euro di finanziamento della Lega Nord. Quella di Umberto Bossi, Roberto Maroni, e ora di Matteo Salvini.

I magistrati stanno da tempo tentando di ricucire i fili. "È chiaro, qui tutto ruota attorno al tesoriere Giulio Centemero. L’amministratore Alberto Di Rubbia viene indicato quale personaggio centrale di molte operazioni poco chiare. Intanto, oggi è il capo del Sistema informativo della Lega, grazie al quale vengono distribuiti sei miliardi di euro di fondi pubblici per allevatori e agricoltori. Di Rubbia e il commercialista Scilleri sono riusciti a imbucarsi nella Lombardia film Commission. Una fondazione della Regione Lombardia, che compra la nuova sede della Commissione dall’Immobiliare Andromeda e la paga 800mila euro. Andromeda è cliente del commercialista Scilleri, presso il cui ufficio ha sede la nuova Lega. Di tranche in tranche, un’altra di 480mila euro viene bonificata alla Eco srl di Pierino Maffeis, geometra.

Il professionista, pure lui cliente di Scilleri, a sua volta ne bonifica 300mila alla società di servizi di Francesco Baracchetti. Semplicemente e tranquillamente un vicino di casa di Alberto Di Rubba. E punto di riferimento della nuova Lega. Giri non tortuosi, brevi, però viziosi. Intrighi. Baracchetti, per dirne un’altra, ha incassato nel 2018, per i suoi servizi, un milione e mezzo di euro. Quattrocentomila li versa alla Lega e Pontida. Transazioni messe in fila a generare la certezza di operazioni opache. Un’altra tranche di 178mila euro finisce a una società non meglio identificata, sotto il profilo del ruolo, ma finanziata da Di Rubba. Sempre lui, ma non solo lui.

E la società Vadolive? Singolare e strana anche questa storia. Appena otto giorni dopo la sua creazione, viene beneficiata da un contratto di 480mila euro. Soldi pagati dal gruppo della Lega al Senato. Vadolive li riceve per divulgare le attività del gruppo sui social. Titolare della società è la cognata di Alberto Di Rubba, la signora Vanessa Servalli, professione barista. Documentata e ricca di particolari, l’inchiesta di Report presenta i connotati della precisione. E alla fine risulta implacabile, di una verità assoluta. Report di Vadolive racconta: "Il contratto è stato interrotto dopo qualche mese, ma una parte dei soldi incassati dal gruppo leghista, 87mila euro, sono stati poi girati ad alcuni membri dello staff del ministro Matteo Salvini. Persone che già all’epoca avrebbero dovuto avere un incarico fiduciario presso il ministero".

Dubbi, misteri, e quant’altro. E una domanda diretta proprio all’attuale vice premier e ministro del governo Conte. Report ha chiesto e attende risposta: "Visto che nello staff di Salvini ci sono professionisti conclamati perché non pagarli direttamente senza passare attraverso società di comodo?". Nessuno dei titolati interpellati ha risposto a Report. Che armato di santa pazienza rimane in posizione di attesa. La denuncia intanto è partita. Record e Sigfrido Ranucci corrono ora rischio di essere epurati, rimossi più o meno come Fabio Fazio? Assolutamente no: Rai3 non è rete sovranista e non si riconosce nella Rai sovranista al servizio di Salvini e della Lega.

di Franco Esposito