Qualcosa ai piani alti del Movimento 5 Stelle si muove. "Quando tra il Transatlantico e il cortile di Montecitorio si creano i capannelli vuol dire che i parlamentari sono in subbuglio", osserva un deputato grillino. E a creare scompiglio è l’intervista di Massimo Bugani, apparsa sul Fatto Quotidiano lasciando tutti un po’ interdetti. Intanto bisogna contestualizzare chi è Bugani. Da tutti chiamato "Max" è socio fondatore di Rousseau, tra gli uomini più vicini da sempre a Davide Casaleggio, attualmente consigliere comunale di Bologna e vicecapo della segretaria particolare di Luigi Di Maio a palazzo Chigi.

Sta di fatto che, quando si muove lui, il collegamento con il figlio del fondatore del Movimento diventa quasi inevitabile. Quindi a tutta pagina Bugani afferma: "Di Battista è il nostro numero nove, l’attaccante. E ci serve per fare gol". Parole che non sono state accolte con piacere dai parlamentari né tantomeno dai ministri a quali proprio Dibba ha riservato diverse bordate negli ultimi giorni. In più Bugani ha immaginato un ruolo per Di Battista, non per sostituire Di Maio ma "in base alla situazione". Non sfugge che questi sono giorni cruciali per il futuro del governo.

Il mantra tra i grillini è "dobbiamo tirare fino al 20 luglio per evitare di andare al voto a settembre". Intanto però non è escluso che ci si prepari a ogni tipo di eventualità. I più maligni vedono anche un asse Casaleggio-Bugani-Di Battista che studierebbe che mosse far fare "all’attaccante" se tutto dovesse venir giù. Desta poi molta curiosità l’intervista, che sabato sera al Rousseau City lab di Catania, Davide Casaleggio farà a Di Battista in un momento in cui buona parte del Movimento, almeno chi ha un ruolo attivo in Parlamento, comincia a mal sopportare chi dall’esterno critica l’operato dopo essersi tirato indietro.

Di Battista quindi sarebbe dovuto partire per l’India e invece, almeno per ora, girerà l’Italia per presentare il suo ultimo libro dal titolo "Politicamente scorretto". I parlamentari 5Stelle temono che, da un palco all’altro, e tra una tv e l’altra (oggi a Otto e mezzo su La7, domenica a In mezz’ora in più su Rai3) possano arrivare nuove bordate: "Il sospetto che Alessandro Di Battista faccia sul serio c’è. È innegabile". Ovvero che voglia ritagliarsi un nuovo ruolo da leader dentro il Movimento, se a scapito o meno di Di Maio sarà tutto da vedere. Per adesso, stando ai fatti, gli attacchi al governo ("burocrati chiusi nei ministeri") non sono andati giù, per esempio Alfonso Bonafede non esita a farlo notare: "Trovo l’espressione infelice, non la condivido".

Gran parte del Movimento prende le distanze dal "Dibba", da sempre stato il più movimentista di tutti. "Qui dentro nessuno è dalla sua parte", fa presente un deputato tra i più alti in grado. Ma l’intervista di Bugani lascia pensare che invece i vertici di Rousseau stiano progettando un’altra "partita", per restare nel solco dell’attaccante. È tutto molto liquido, per adesso. Così come le nuove regole e la nuova struttura di cui il Movimento dovrebbe dotarsi stentano a decollare. Di Maio ha incontrato tutti, consiglieri comunali, sindaci, consiglieri regionali.

Tra le ipotesi oltre a dare la possibilità di un terzo mandato a chi è stato due volte consigliere comunale, vi è anche quella di poter interrompere il mandato da consigliere comunale in caso di candidatura alle elezioni regionali. A breve si vota in Emilia Romagna e potrebbe essere questo il primo banco di prova. Ma è ancora tutto in divenire. Così come sono stati attenzionati sottosegretari e viceministri, ma i moduli delle cosiddette ‘graticole’ per ora sono rimasti nel cassetto. Tutto potrebbe slittare a dopo il 20 luglio, la data segnata in rosso sul calendario per capire che ne sarà del governo perché da ciò dipenderà anche il futuro del Movimento e del suo capo politico.

di GABRIELLA CERAMI