Un ricco industriale e uno psichiatra. Una villa negli Hamptons, la punta di Long Island frequentata dagli straricchi di New York. Qualche barbecue, qualche attore famoso con qualche premio Oscar. Un giornalista che, invitato a un pranzo per puro caso, si insospettisce di un’insolita situazione, inizia a indagare, scopre la verità e fa giustizia. È una storia di manipolazione, inganni, furti d’identità, venuta a galla grazie alla tradizione tutta americana di invitare i nuovi vicini di casa a un drink di benvenuto. E può sembrare la trama di un racconto, il soggetto di un film, lo scheletro di una serie tv. Ma non lo è. Un eminente psichiatra newyorchese, Isac "Ike" Herschkopf, ha rubato identità e possedimenti al suo paziente, Martin Markowitz, industriale con la passione della produzione casalinga del miele. Tutto comincia trenta anni fa.

Il magnate di origine ebraica si reca dallo psichiatra, dalle stesse ascendenze, per via di una depressione che gli rende impossibile avere una relazione. Seduta dopo seduta, anno dopo anno, il dottor Herschkopf ha preso il posto, soldi e proprietà di Markowitz. Tutto fila liscio fino a che dieci, anni fa, nella bella villa negli Hamptons di Markowitz, Herschkopf invita per un drink il suo nuovo vicino: Joe Nocera, editorialista di Bloomberg, l’"eroe" della storia. Lo psichiatra invita poi il giornalista a un barbecue nella lussuosa proprietà. Herschkopf fa gli onori di casa, mentre il giardiniere, vestito alla buona, cuoce costolette e si occupa del benessere degli ospiti - quasi tutti personaggi celebri della New York che conta, intellettuali, scrittori e attori, tra cui anche Gwyneth Paltrow. Soltanto dopo altri inviti Nocera scopre che il "giardiniere", che gli ha sempre portato le costolette, è in realtà il legittimo padrone di casa, il ricco industriale Markowitz. Da allora il giornalista si mette a scavare per capire il rapporto tra lo psichiatra-finto proprietario e il proprietario-finto giardiniere. Inizia così un lungo e attento lavoro di inchiesta che, con pazienza, gli permette di ricostruire relazioni e situazioni passo dopo passo.

E più indagava, più scopriva la verità in tutta la sua stravaganza. Markowitz era in cura da trenta anni da Herschkopf. In tutto quel tempo il rapporto tra i due si era trasformato, come ne "La maledizione dello scorpione di giada", film di Woody Allen del 2001, in cui il mago Voltan ipnotizza le sue vittime grazie a un talismano, facendole compiere furti e altre azioni di cui non ricordavano poi nulla. Più o meno la stessa cosa accadeva nel corso delle sedute tra Herschkopf e Markowitz, costate all’industriale la bellezza di tre milioni di dollari. Denaro che - come ha scoperto Nocera, raccontandolo poi in un seguitissimo podcast - non è bastato allo psichiatra che era riuscito a isolare il paziente dalla sua famiglia e dagli affetti, impedendogli relazioni e amicizie, e facendogli diseredare sorella e nipoti in suo favore.

Lo psichiatra si era anche impossessato della casa di Markowitz negli Hamptons, relegando l’industriale nella dependance e facendolo lavorare come inserviente mentre lui invitava la crema della società della Grande Mela. È stato questo il grande errore di Herschkopf: la sua impudenza e la curiosità di un giornalista hanno fatto sì che tutta la vicenda venisse a galla. Dopo l’inchiesta di Nocera, lo psichiatra si è dimesso dalle sue cariche alla New York University Medical School, mentre su di lui pende un’inchiesta giudiziaria. E il signor Markowitz è tornato a essere il signor Markowitz.