In Parlamento, da tredici anni, è presente un movimento nato per difendere sempre e comunque i diritti degli italiani nel mondo; questo partito, campione di voti in Argentina, è il MAIE, Movimento Associativo Italiani all'Estero. Il suo leader, Riccardo Merlo, ha recentemente ribadito nel corso dell'ultima assemblea generale del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero) che "mai il MAIE voterà contro gli interessi degli italiani nel mondo, compreso il voto per la riduzione dei parlamentari eletti all'estero". La battaglia per la presenza in Parlamento dei rappresentanti degli italiani all'estero è stata negli ultimi decenni, forse quella più significativa tra quelle portate avanti dalle nostre collettività nel mondo ed è quanto meno curioso assistere all'incoerenza del MAIE di fronte a quanto sta accadendo in questi mesi alla Camera e al Senato.

Sia chiaro! È legittimo in politica avere opinioni diverse, così come anche cambiare opinione rispetto a quanto si è sempre sostenuto. A condizione, però, di avere il coraggio di argomentare queste decisioni e - soprattutto - di essere coerenti e consequenziali tra quanto si afferma e quanto si pratica. I nostri anziani dicevano che chi diceva una cosa e ne faceva un'altra "predicava bene ma razzolava male". È quanto stanno facendo i nostri amici del MAIE, al quale in maniera corretta anche se dura non ho mai fatto mancare le mie critiche. Nelle recenti importantissime votazioni, alla Camera e al Senato, sulla riduzione da 18 a 12 dei rappresentanti eletti all'estero, il MAIE è passato dall'affermazione dell'On. Borghese secondo la quale "il MAIE ha votato contro il taglio degli eletti all'estero", alla dichiarazione del capogruppo del MAIE On. Cecconi che dichiarava "il voto favorevole del MAIE alla riforma".

Analogamente, al Senato, mentre il Sen. Merlo dichiarava che "mai voteremo per diminuire la rappresentanza degli italiani all'estero", il Sen. Cario (MAIE) votava a favore di questo taglio. A questo punto ci chiediamo, e chiediamo definitivamente al MAIE, se loro sono a favore di questo "taglio" o no; semplicemente questo. Lo chiediamo anche a nome dei tanti elettori che hanno dato la loro fiducia ad un partito che oggi ha un importante incarico di governo proprio in ragione della sua presunta difesa e rappresentanza degli italiani che vivono all'estero. Noi del Partito Democratico non siamo affatto contrari ad una diminuzione del numero dei parlamentari; la riforma che avevamo proposto prevedeva infatti una riduzione ancora più drastica, mantenendo però (e anzi aumentando) il peso degli eletti all'estero. Quella riforma prevedeva il superamento del bicameralismo, con l'eliminazione del Senato così come oggi lo conosciamo. In quella riforma le funzioni legislative sarebbero passate di fatto ad una sola Camera, e lì i dodici deputati eletti nella Circoscrizione Estero avrebbero mantenuto la loro presenza e aumentato decisamente il loro peso politico.

Nel Parlamento che invece i 5Stelle e la Lega propongono, non solo non si supera il "bicameralismo perfetto" (vera anomalia italiana e causa di tante lentezze e pesantezze che da anni tanti tentativi di riforme hanno provato a superare) ma si mortifica la presenza dei nostri rappresentanti nel mondo, dimezzando il loro numero rispetto a quello degli elettori residenti fuori dall'Italia, che sono praticamente raddoppiati nel corso di questi tredici anni di presenza dei loro rappresentanti in Parlamento. Con educazione e fermezza, quindi, ripropongo questa domanda al MAIE e ai suoi parlamentari; una domanda importante e decisiva, anche perchè non vorremmo che nei prossimi mesi - di fronte ai preannunciati attacchi di Lega e 5Stelle alla legge elettorale e a quella sulla cittadinanza - il comportamento del MAIE fosse lo stesso, quello cioè di dire a parole di essere contrario ma poi, nei fatti, non fare nulla per impedire questa deriva.

Spero che a queste comprensibili e preoccupate critiche, questa volta, i dirigenti del MAIE non rispondano con le solite offese personali o spargendo ulteriori "fake-news". Il nostro intento è solo quello di fare chiarezza, magari riportando ai valori originali un movimento ridotto oggi a fare da ruota di scorta ad un governo moribondo e a giustificare (dal decreto sicurezza al reddito di cittadinanza) qualsiasi nefandezza, anche quando va contro gli interessi degli italiani nel mondo.

FABIO PORTA