È un Friuli inedito quello mostrato nelle immagini di Massimo Garlatti Costa attraverso una selezione di lavori documentaristici che spaziano dalla storia alla promozione del territorio, dagli aspetti sociali all’emigrazione. La presentazione -che si inserisce nel progetto "Rinnoviamo la nostra Friulanità" promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia- si è svolta martedì sera presso la Scuola Italiana di Montevideo. Ad organizzarla la locale Famèe Furlane che sta portando avanti in questi mesi numerose attività nell’ambito del suo settantacinquesimo anniversario. Durante la serata sono stati presentati diversi trailer e spezzoni dei documentari del regista tutti collegati dal racconto dinamico del territorio nonostante la grande diversità degli argomenti trattati.

La conferenza di Massimo Garlatti Costa è iniziata con "Il paese ritrovato", il ritratto di un paese italiano descritto attraverso il recupero dei classici filmini di famiglia che offrono una straordinaria testimonianza dei cambiamenti sociali e culturali vissuti dall’Italia negli ultimi decenni. Molteplici sono invece i collegamenti che si possono tracciare tra i protagonisti dei "Nuovi italiani" e le emozioni delle famiglie che emigrarono oltreoceano nel secolo scorso. Girato nel 2011 e trasmesso dalla Rai soltanto 7 anni dopo visto lo "scarso interesse alla tematica", questo documentario narra le vicende e le problematiche vissute nell’adattamento degli immigrati nel nuovo paese che diventano "stranieri per sempre" in un’identità spezzata tra due luoghi, due culture e due ambienti diversi.

Storie di spie e di giochi di potere sono al centro di "U.Z.C." acronimo dell’Ufficio Zone di Confine instaurato segretamente a Trieste dopo la fine della seconda guerra mondiale e reso pubblico cinquant’anni dopo. Uno dei momenti più toccanti della presentazione si è avuto con "Quando la terra chiama", il lungometraggio realizzato su iniziativa dell’Ente Friuli nel mondo in occasione del quarantesimo anniversario del terremoto che colpì la regione nel 1976. La vicenda è vissuta attraverso le innumerevoli iniziative di solidarietà tra i friulani e i connazionali sparsi nel mondo che mostrano una "generosità incredibile" e che porta a chiederci "che cosa succederebbe oggi, con una società molto diversa, se accadesse una tragedia simile?".

Dopo la pausa è stato proiettato uno spezzone di "Isonzofront - La mia storia" che racconta gli anni della prima guerra mondiale sul fronte dell’Isonzo attraverso le testimonianze di tante persone coinvolte tra cui soldati italiani, austroungarici e semplici civili. In conclusione della serata è stato presentato "Missus" che da voce alla la battaglia iniziata nel 1974 da parte dei preti della Chiesa dei friulani per poter dire la messa nella propria lingua. Dopo oltre quarant’anni sono ancora in attesa di una risposta ufficiale da parte del Vaticano in una storia definita come "Davide contro Golia" nella lotta solitaria per "mantenere una cultura millenaria contro l’inevitabilità della globalizzazione".

"Sono un documentarista che cerca di raccontare delle storie il più possibile umane e cerco di raccontare storie per la gente, dalla gente" ha spiegato a Gente d’Italia Massimo Garlatti Costa al termine dell’evento. "Sono davvero felice di essere oggi qui a Montevideo per l’anniversario della Famèe Furlane. Per me è davvero un’esperienza incredibile poter stare con questi emigrati friulani, ascoltarli e condividere una serata" ha aggiunto. "Oggi" -ha dichiarato il presidente della Famèe Bernardo Zannier- "abbiamo avuto l’onore di ricevere quello che è considerato il migliore regista della nostra regione dopo Pasolini con una carriera riconosciuta anche a livello internazionale. Per noi è stata un’opportunità unica per conoscere le sue opere e il suo lavoro di diffusione del Friuli".

Matteo Forciniti