Il maxi blitz. L’hanno portato a compimento duecento uomini della polizia in Italia e a New York. In azione la Squadra Mobile di Palermo, i poliziotti del Centro Operativo della Polizia di Stato, e gli specialisti della FBI. Il Federal Bureau Investigation operativo nella Grande Mela. Una produttiva provvidenziale interconnessione: colpiti il clan mafioso palermitano degli Inzerillo del mandamento mafioso di Passo di Rigano, e il clan criminale Famiglia Gotti a New York. Brillante, molto efficace, l’esito del maxi blitz coordinato dalla Dia guidata dal procuratore Francesco Li Voi. Emesse diciannove ordinanze di custodia cautelare di persone ritenute "a vario titolo collegate al mandamento di Passo di Rigano". Tra i colpiti dal provvedimento restrittivo, c’è anche Salvatore Gambino, sindaco di Torretta, ritenuto "a disposizione del clan mafioso". Colpa grave, se provata. Il tipico lavoro ambiguo, strisciante, sporco, lercio, tipico di certi ambienti in Italia.

Numerosi i capi d’imputazione, a conferma dello straordinario appetito dei protagonisti in materia di potere e dell’esercizio delinquenziale dello stesso. Una sfilza di reati contestati alla squadra di delinquenti: associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, concorso in esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato dalla concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso. Denominata "New Connection", l’operazione mira a smantellare la rinascita dello storico clan degli Inzerillo e la rinata alleanza con i mafiosi della Famiglia Gambino. Durante mesi di indagini, gli investigatori hanno accertato "il forte legame instaurato tra Cosa Nostra di Palermo e la criminalità organizzata negli States. In particolare l’attività della potente Gambino Crime Family di New York. La famiglia mafiosa fondata da Carlo Gambino, numero uno dei boss operativi nella Grande Mela. Astuto e violento, don Carlo ha comandato, disposto, guadagnato, ucciso o fatto uccidere. Venti anni al potere, 500 uomini al suo servizio, duemila gli affiliati.

Ispiratori, Gambino e la sua storia, di Mario Puzo. Lo scrittore trasse ispirazione per la storia di un film di successo. "Il padrino" il titolo del libro e del film, Vito Corleone interpretato da Marlon Brando il personaggio protagonista della storia di Carlo Gambino. Morto il boss grande capo, il potere ora è nelle mani di Thomas figlio di don Carlo. I mafiosi di Passo di Rigano mettono in cima alla loro azione criminosa la forza della persuasione. La esercitano in maniera tosta, con i metodi tipici della mafia siciliana. Anche questo – raccomandano gli investigatori – rende particolarmente pericolosi il gruppo mafioso degli Inzerillo. Sembra di essere tornati ai tempi di Totò Riina, il boss dei boss a dispetto della statura fisica. Riemergono azioni e sistemi adottati dai boss corleonesi fino alla guerra di mafia del 1980. Culminata nell’arresto del Gotha dei corleonesi, poi tutti scarcerati. I mafiosi siciliani e i rappresentati di Cosa Nostra negli Usa si sono riconciliati, rimessi insieme, pronti ad agire in comune.

Decimati dalla guerra di mafia esplosa negli anni Ottanta, i principali rappresentanti della storica cellula degli Inzerillo era scappati a New York. La prepotente inarrestabile ascesa di Totò Riina li aveva sgominati. Adesso, a quanto pare, sono tornati. Però intercettati, individuati e colpiti dal maxi blitz posto in essere sulla rotta Palermo-New York. Gli investigatori hanno piena contezza e forte consapevolezza sull’avvento dell’alleanza di ritorno. Secondo gli investigatori, il sodalizio è rinato. La famiglia mafiosa di Rignano "incide sull’economia dell’omonimo quartiere". Il sodalizio con la famiglia Gambino pare preveda corretta divisione dei ruoli e delle attività. Riepiloghiamo: forniture alimentari all’ingrosso, estorsioni finalizzate alla gestione dei giochi e delle scommesse online. Le autorità di polizia italiane e la Procura hanno inoltre disposto il sequestro preventivo di beni immobili e quote societarie riconducibili agli indagati. Valore complessivo, tre milioni di euro. Una brutta botta per i mafiosi di quel paesino. E pare che non finisca qui. Intanto, in attesa di gradite repliche, applaudiamo alla polizia italiana e alla Fbi.

Franco Esposito