"Un grande Paese", tenuto in considerazione nei consessi internazionali, "ricercato per le alleanze a prescindere dai governi che si susseguono" e verso il quale all'estero c'è "un patrimonio di simpatia straordinario". È l'immagine che emerge dell'Italia, a dispetto di una stigmatizzata tendenza "all'autoflagellazione", tratteggiata dai diplomatici riuniti per i loro Stati generali, la XIII conferenza degli ambasciatori e delle ambasciatrici, appuntamento che si rinnova ogni due anni alla Farnesina.

Un'occasione per fare il punto sull'immagine del Paese nel mondo e sulle sfide da intraprendere: "Oggi viviamo un momento di grandissime opportunità, che vanno colte. Il nostro compito è accendere la consapevolezza nei cittadini: siamo un grande Paese, comportiamoci da grande Paese perché se facciamo così il mondo sicuramente ci accoglie e non ci respinge", ha sottolineato, tra gli altri, l'ambasciatore italiano a Washington, Armando Varricchio, ospite di un Forum ANSA insieme al rappresentante permanente dell'Italia all'Onu Mariangela Zappia, a quello nell'Ue, Maurizio Massari, e all'ambasciatore a Pechino, Ettore Sequi.

A mettere in evidenza la capacità di attrazione dell'Italia, in particolare nel campo del turismo, è stato proprio quest'ultimo. In Cina, ha spiegato Sequi, "emettiamo circa un milione e mezzo di visti, il che significa che consentiamo a una platea enorme di potenziali turisti cinesi di visitare il nostro Paese, portando affari e benessere". Più in generale, ha detto, stando all'estero "ci rendiamo conto che il nostro Paese è straordinario. Il punto è che dobbiamo accorgercene e ricordarcene sempre".

Sul fronte dei rapporti con l'Unione europea e con i suoi Stati membri, il rappresentante permanente Massari ha rivendicato "il peso che ci è dovuto" e ha sottolineato che su dossier come la riforma delle politiche migratorie o quella dell'eurozona "nessuna cosa si può fare senza l'Italia: non si può fare a meno di noi". E anche se - ha ammesso - non si può prescindere dalle posizioni dell'asse franco-tedesco, come Paese "non possiamo appiattirci su Parigi e Berlino". All'estero, ha concluso Zappia riportando la propria esperienza dall'osservatorio privilegiato delle Nazioni Unite, "ci sono una curiosità e un desiderio di Italia che sono incredibili, per mille motivi, che vanno dalla nostra cultura alla nostra industria. E poi siamo un Paese che sa dialogare. Noi italiani abbiamo un'abilità di parlare con tutti che è una dote rara".