Raggi ordina: "Via la scritta". Nessuno obbedisce all’ordine: la scritta Casapound in lettere di marmo (volutamente mussoliniane) che campeggia sul frontale del palazzo pubblico occupato e sequestrato per fini privati dall’organizzazione neo fascista è ancora lì 24 ore dopo l’ordine impartito. E lì resterà a lungo, proprio a lungo. Molte cose inducono a pensare che andrà proprio così. Ieri la sindaca Raggi è andata davanti allo stabile che Casapound si è presa per gli affari e amici suoi (nel palazzo abitano dirigenti e amici con rispettive famiglie). È andata con i Vigili e la Polizia, le divise dello Stato. È andata a dare il massimo rilievo possibile all’ingiunzione di rimuovere, almeno, la scritta. Ma, al di là delle intenzioni della sindaca, la scena è stata nei fatti una sceneggiata. Di fronte alla quale Casapound ha buoni, ottimi argomenti per ignorare, anzi, come amano dire, sbattersene.

L’argomento più ottimo di tutti (iperbole sgrammaticata per inseguire una sgrammaticata realtà) è che chi ha in mano le leve concrete dello Stato che ingiunge quelle leve non ha nessuna intenzione di muoverle. Nello stesso giorno in cui sindaca Raggi andava con Vigili e Polizia, in Parlamento Lega e M5S bocciavano, sì bocciavano un atto parlamentare che fissava la sgombero del palazzo sottratto da Casapound alla comunità. E perché bocciavano, perchè Parlamento diceva di fatto no allo sgombero? Al netto di qualche affinità marginale tra humus leghista e coltura ideologica Casapound, il motivo dei motivi è che sgomberare quell’edificio ci vuole coraggio politico. Casapound ha già fatto sapere a suo tempo che nel caso ci saranno scontri, feriti, sangue.

M5S, che pure sarebbe il partito della Raggi, e Lega questo coraggio politico non ce l’hanno. Anzi hanno paura di sgomberare Casapound. Nella per così dire analisi costi-benefici relativi ad un eventuale sgombero, i costi sono ben superiori ai benefici. Nella testa di Salvini ci si prende una grossa grana per fare un piacere solo alla sinistra. Non ci si guadagna nulla, proprio nulla in termini di consenso nella vasta area di pubblica opinione che guarda alla Lega. Anzi, si rischia perfino qualcosina. Per M5S scatta oltre al consueto meglio non fare che fare scatta anche la paura di non saper gestire gli scontri di piazza dello sgombero e la tensione successiva. E comunque lo sgombero lo ha chiesto il Pd

Già prima di questo voto parlamentare a Casapound stavano abbastanza tranquilli: lo sgombero del palazzo da loro occupato non era in lista tra gli sgomberi programmati dalle autorità nei prossimi due anni… Quindi due, tre anni almeno di tolleranza massimo, timbrata dalle autorità, verso Casapound. Figurati se adesso smontano la scritta.