Da un piccolo borgo della Calabria ormai da qualche anno, fra luglio e agosto, una serie di eventi e convegni sono dedicati a chi è partito e a chi è tornato, grazie al Piccolo Festival delle Spartenze. Giuseppe Sommario è l’ideatore e direttore artistico di questo appuntamento che man mano sta assumendo una rilevanza crescente, sia per i temi trattati, sia per gli ospiti che contribuiscono a rendere il Festival sempre più interessante, e non solo agli occhi degli addetti ai lavori. Ricercatore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Sommario si occupa di fenomeni migratori italiani, di storia linguistica del cinema e del teatro, e di tradizioni linguistiche e culturali della Calabria. E molto probabilmente, l’idea del Festival, è iniziata a delinearsi dopo un viaggio in Argentina. "Nel 2012 sono andato in Argentina per studiare il cocoliche come maschera teatrale ma mi sono trovato catapultato nella comunità dei Calabresi d'Argentina, e allora la mia ricerca, e direi anche il mio modo di guardare al mondo, è cambiato: le storie, le emozioni vissute raccogliendo i racconti dei nostri emigranti sono così dense, così forti che mi sono rimaste dentro, e ormai occupano uno spazio privilegiato nella mia parte più intima. E dopo aver dedicato la tesi di Dottorato ai calabresi d’Argentina, pubblicato saggi e tenuto conferenze sull’emigrazione, è nato il bisogno di raccontare ad un pubblico più vasto e meno settoriale la storia, anzi le storie dei nostri emigranti. Così, grazie all'aiuto fondamentale dell'Associazione AsSud di Paludi, nel 2016 è nato il "Piccolo Festival delle Spartenze. Migrazioni e Cultura". Perché "spartenze"? "La polisemia del termine sintetizza perfettamente genesi, natura e fine ultimo della manifestazione. Spartenze contiene dentro la parola partenza; spartire, poi, significa dividere che è la prima dolorosa conseguenza delle partenze, ma spartire significa anche condividere. E proprio nell’accezione del ‘condividere’ s'intende declinare il termine ‘spartenze’, in modo da ricostruire la memoria collettiva e creare una rete che racconti la storia di quanti sono partiti per un ‘altrove’, ma anche di chi è rimasto, di chi arriva e di chi ritorna." Cornice di questo Festival, Paludi, in provincia di Cosenza: qual è il rapporto, il legame che questo borgo ha con l’emigrazione? "Per capire il legame tra Paludi e l’emigrazione, basti dire che secondo gli ultimi dati, è il 17° comune, tra quelli con meno di diecimila abitanti, da dove sono partiti più cittadini… in relazione alla Calabria, è al primo posto; in sintesi, l’incidenza dell’emigrazione sulla popolazione è del 163,7%. Inoltre, alla luce della politica di recupero dei paesi abbandonati o in via di abbandono, il Festival ha scelto come "epicentro" Paludi anche perché è uno dei tanti borghi italiani in via d’abbandono." Qual è il tema scelto quest’anno per il Piccolo Festival delle Spartenze? "La quarta edizione del Festival ha come titolo: "La Casa: abitare e condividere"… Ho scelto questo tema per dedicarlo a quello che può essere definito un vero e proprio totem per un emigrante: la casa. Se, infatti, il carico simbolico che la casa ha per tutti è enorme, negli emigranti essa riempie, sino quasi a saturare, tutto l’immaginario: è oggetto costante di pensieri, discorsi, rimesse, rimandi simbolici e sentimentali. La casa è sempre presente nell’orizzonte dell’emigrante: è la casa lasciata, quella da costruire nel nuovo Paese, o quella da costruire nel borgo di origine come simbolo del successo raggiunto e come segno di un ritorno sempre possibile. Case da abitare, sognate, case abbandonate, case oggi vuote, mute ai sogni e alle speranze degli emigranti di ritornarvi un giorno, magari con i propri figli e nipoti. Case che il Festival utilizza nei giorni della manifestazione per accogliere gli ospiti. Case che non si arrendono quindi al vuoto, all’assenza, che resistono, che chiedono di essere abitate, di essere piene di vita, condivise." Quest’anno, in modo particolare, sarà l’Argentina protagonista del Festival… c’è qualche legame con i suoi studi o qual è la motivazione di questa scelta? Per i miei studi ho conosciuto in modo particolare le comunità d'Argentina e quelle del Canada. In entrambi i Paesi sono stato accolto meravigliosamente: ho avuto modo di conoscere persone legate profondamente all'Italia, che custodiscono valori e tradizioni legati alla terra d'origine. Tornando al Festival, quest'anno abbiamo scelto l’Argentina perché ha con l’Italia e con la Calabria un rapporto particolare. In Argentina il 65% della popolazione ha almeno un antenato italia no, è il Paese con il maggior numero di iscritti all’AIRE e, fra le comunità italiane, quella calabrese è la più numerosa considerato che i calabresi e i loro discendenti rappresentano il 15% della popolazione. Figlio di un calabrese è l’attuale Presidente, Mauricio Macri; nata in Calabria, esattamente a Rossano-Corigliano, allora Corigliano, ed emigrata a 12 anni è Elsa Serrano: una delle più famose stiliste d’Argentina, nonché uno dei Premi Spartenze2019." Se non ricordo male, di Elsa Serrano si parlò molto ai tempi del matrimonio di Maradona… "Infatti è stata proprio lei a realizzare l’abito da sposa della moglie di Maradona, ma anche quelli di donne ai vertici della vita politica argentina, mogli e figlie di vari Presidenti." Nel corso del Festival, alcuni eventi si sposteranno a Matera… perché questa scelta e quale il programma? Perché la Regione Basilicata ha sposato e sostenuto il progetto e ci sembrava doveroso e naturale che una tappa dovesse essere Matera, quest’anno Capitale europea della cultura. A Matera si terrà la mostra "I fantasmi di Badolato" di Roberto Giglio, un convegno dedicato al tema dell'anno ed un laboratorio per bambini. Può anticiparci qualche ospite, evento, incontro… Possiamo parlare del Campus Assud con 15 giovani calabresi e lucani che vivranno e racconteranno il Festival, o anche dell'incontro d'apertura con gli interventi di Mons. Giuseppe Satriano, Vescovo di Rossano, e dei professori Vito Teti e Gabriele Archetti, dei concerti di Peppe Voltarelli e Sabatum Quartet, della presentazione del libro del giudice Ermino Amelio "L'incontro" legato appunto all'Ar gentina, dello spettacolo teatrale e musicale Una spina nella carne con Francesca Ritrovato e Fabio Macagnino. E poi tutti i laboratori con la collaborazione di associazioni locali, nazionali ed estere, ed i premi Spartenze2019 a chi è partito e si è affermato, ad esempio a Londra, come lo chef Francesco Mazzei, a chi è rimasto, Maison Celestino, e a Carmine Lupia che è tornato. Conosciamo meglio coloro cui verrà consegnato il Premio Spartenze2019… Francesco Mazzei, tra l’altro fresco Cavaliere della Repubblica Italiana, è nato a Cerchiara ed è riuscito a conquistare Londra grazie alla ‘cucina della mamma’, come la definisce proprio lui, rivista da uno chef. Tanto per far capire quanto siano forti le sue radici, e quanta Calabria c’è anche nei suoi piatti, è stato definito il re della ‘nduja, e il suo ultimo ristorante, porta il nome Radici. C’è poi la Maison Celestino, nata dall’estro di Eugenio, un artista che ha saputo tramandare alle nuove generazioni non solo i ‘segreti’ della migliore sartoria, ma anche l’amore per la Calabria, e le loro creazioni sono un vanto per la nostra terra. A Carmine Lupia, ideatore e il fondatore del modello Valli Cupe, assegneremo il Premio Spartenze2019 per omaggiare la sua scelta di ritornare. Infatti, dopo la laurea a Piacenza e alcune esperienze all'estero, è ritornato per valorizzare il territorio in cui è nato. Esperto di politiche ambientali e Direttore della Riserva sino a pochi giorni fa, Lupia ha contribuito a fare delle Valli Cupe un vero e proprio caso: modello di turismo sostenibile nato dal basso e che dà lavoro a tanti giovani; nel 2017 sono state inserite nell'archivio della generatività sociale dell'Università Cattolica di Milano e definite Monastero naturale per il XXI secolo. Rispetto alle passate edizioni, qual è la novità, l’ospite che caratterizzerà il prossimo Festival delle Spartenze? "La novità assoluta andrà in scena il 17 agosto. Nel pomeriggio il Festival incontra il grande chef Francesco Mazzei e poi, dopo la degustazione, si darà il via alla Notte dei Ricercatori italiani nel Mondo dal tema "Dall’Italia al Mondo, dal Mondo a Santa Maria ad Gruttam. Ricerca, Docenza, Formazione"; si tratta di una novità assoluta in Italia che vedrà convenire in un luogo suggestivo come Santa Maria ad Gruttam oltre una ventina di scienziati e ricercatori che lavorano presso le più importanti Università del mondo. Sarà emozionante vedere tanto sapere italico tutto insieme appassionatamente. E sarà straziante pensare che è tutto farina di casa Italia, ma che ora fa pane, e molto buono, all'estero." Un suo obiettivo è rendere questo evento itinerante… "L’appuntamento, giunto alla quarta edizione, si propone come un progetto itinerante ben più ampio che, oltre alla Calabria, quest’anno interesserà la Basilicata ed il Molise, per poi approdare, pensiamo in inverno o primavera, in Germania e Svizzera." Subito dopo gli eventi del Festival, Giuseppe Sommario si dedicherà ad un nuovo progetto: protagoniste saranno le vicende linguistiche e culturali vissute nei Paesi che hanno accolto i nostri connazionali.