Per noi italiani, come per gli uruguaiani o gli argentini, il calcio, più che una passione è una religione. Detto questo, in un paese in crisi, a 3 mesi da una storica elezione che definirà il futuro immediato e mediato dell’Argentina, l’arrivo di Daniele De Rossi, lo storico mezzocampista romanista, al Boca Juniors, è senza ombra di dubbio un fatto straordinariamente mediatico. Sicuramente nessuna squadra al mondo, come il Boca, è così italiana. Non soltanto per l’attuale Presidente Mauricio Macri, figlio di un grande imprenditore calabrese, che ha costruito la sua carriera politica sull’eccezionale campagna nazionale e internazionale della squadra che ha portato ai vertici del mondo, non soltanto perchè i tifosi si fanno chiamare "Xeneises" come i genovesi, non soltanto perchè il più grande giocatore della storia argentina è un simbolo del Boca Juniors e del Napoli, ma anche perchè la squadra più laureata dell’Argentina è nata nel quartiere dove si trova il Porto della Boca, nel quale approdarono, fra il 1890 ed il 1930 un milione e mezzo di connazionali che sbarcarono dai piroscafi della disperazione.

Nessuno può mettere in dubbio la qualità tecnica e agonistica di un giocatore che è simbolo della Roma tanto come Francesco Totti. Daniele De Rossi, l’ostiense che ha compiuto lo scorso 24 luglio 36 anni, è un mito vivente, Campione del Mondo 2006, 2 volte Campione di Coppa Italia con la sua Roma, Campione d’Europa Under 21, con 117 presenze nella Nazionale maggiore, più tutte le presenze in quelle giovanili, è il quarto calciatore italiano che ha indossato più volte l’azzurra. Con un caratteraccio che ci fa ricordare Gigi Riva, Burgnich, Gentile o Gattuso, De Rossi è giunto al Boca Juniors con un contratto di 6 mesi per mezzo milione di Euro. Indubbiamente, per un icona del calcio mondiale, a 36 anni, non sono tanto importanti i "soldini"... ma l’efficacia, la presenza su un campo e non poteva scegliere meglio, perchè il Boca Juniors ha la stessa grinta della sua Roma e del suo carattere.

Per un "hincha" del Boca, che venga un Campione del Mondo italiano alla Bombonera, sarà un elemento in più per tifare, per affermare quel DNA tricolore che palpita nel cuore di ogni argentino. Chi non ricorda quella sfacciataggine superlativa del mezzocampista che ha segnato più reti nella storia della Nazionale (21 gol), chi non lo ricorda con quella barba da vichingo e quel musone cattivo che lo ha portato ai vertici del calcio! È lui, è Daniele De Rossi, lo abbiamo a 300 chilometri da casa e potremo vederlo nella Bombonera per un po’ di tempo!! Grazie Daniele per darci ancora un po’ di soddisfazioni!!

Stefano Casini