Nicola Zingaretti chiama il popolo dem alla mobilitazione generale contro il governo gialloverde. Dopo l'approvazione del decreto Sicurezza Bis (con il voto di fiducia) da parte del Senato, il segretario del Pd ha deciso di portare l'opposizione in strada e nelle piazze: "Stanno distruggendo l'Italia e l'Italia non può permetterlo" è il suo pensiero. "il governo – sbotta - è diviso e in affanno, senza una politica economica e l'Italia è stata trascinata in una deriva che rende molto difficile qualsiasi politica di sviluppo”. Per il leader del Pd “i due partiti di maggioranza (Lega e M5S, ndr) continuano a raccontare frottole agli italiani con l'unico obiettivo del consenso, ma a settembre i conti devono tornare. E senza sviluppo le scelte: o tagli ai servizi, o condoni, o deficit o nulla. Immobilismo e litigi con Salvini dominus assoluto e padrone di una maggioranza garantita soprattutto dai parlamentari Cinque Stelle”. Insomma: “siamo alla paralisi, all'invocazione emotiva del 'capo' che ti protegge mentre ti sta portando nel baratro". Chiara l’antifona. Così Zingaretti: “non si può perdere più tempo e bisogna approfittare della fase di debolezza che è sotto agli occhi di tutti. Costruiamo mobilitazioni in tutto il Paese fino ad arrivare a una grande manifestazione nazionale". Questo per il Pd non significa rinunciare all'opposizione nelle aule del Parlamento. Anzi oggi, in occasione del voto sulle mozioni riguardanti la realizzazione o meno della Tav, c’è un primo banco di prova per testare la tenuta dell'esecutivo e la capacità di affondare i colpi da parte del Pd. La mozione del M5s esprime una netta contrarietà alla realizzazione dell'opera, ma non impegna il governo a fare alcunché. Un modo, a parere dei dirigenti del Pd, per non prendere alcuna decisione. Da qui la presa di posizione della vice segretaria dem Paola De Micheli: "Conte non può fare lo struzzo: se tra oggi e domani il governo non esprime un parere sulla mozione Tav presentata dal partito azionista di maggioranza M5S, allora per il governo sarà il momento di porre fine a questa agonia che sta danneggiando il Paese. Se Conte e il suo governo non dovessero esprimersi in Aula ci sarà solo una cosa da fare un minuto dopo il voto della mozione di Di Maio: recarsi al Colle".

Stefano Ghionni