E' un vero e proprio grido d'allarme quello lanciato dall'Organizzazione Nazionale Indigena della Colombia (Onic) che ha richiesto lo "stato di emergenza" per l'"assassinio sistematico" dei propri leader durante il primo anno di governo del presidente Ivan Duque.

LA DENUNCIA DELL'ONIC
"Ci vediamo nell'obbligo etico e politico di dichiarare la situazione di emergenza umanitaria, sociale ed economica in tutti i popoli indigeni della Colombia come risultato del sistematico e continuo genocidio attuato finora in un anno di governo", ha denunciato l'organizzazione in una dichiarazione dopo la riunione della sua Assemblea Nazionale delle Autorità.

96 OMICIDI NELL'ULTIMO ANNO
Secondo l'Onic, 158 leader indigeni sono stati uccisi dalla firma dell'accordo di pace nel novembre 2016, tra questi, 94 sono stati ammazzati tra il 7 agosto del 2018 e mercoledì scorso, cioè nel primo anno di governo di Duque.

ASSASSINATI 462 LEADER SOCIALI
Secondo i dati dell'Ufficio del Mediatore, in Colombia almeno 462 leader sociali sono stati assassinati tra il 1 gennaio 2016 e il 28 febbraio. Nel frattempo, uno studio dell'ONG Instituto de Estudios sobre Paz y Desarrollo (Indepaz) e del movimento politico Marcha Patriotica sostiene che più di 700 leader sociali e 135 ex combattenti delle FARC sono stati assassinati dal 2016, anno in cui è stato firmato l'accordo di pace con l'ex guerriglia.

L'APPELLO DEL POPOLO INDIGENO
Il popolo indigeno ha chiesto dunque alla comunità internazionale di agire come "garante e supervisore" per superare la "situazione di emergenza" in cui è costretto a vivere, così come ha invitato il governo colombiano ad "adottare le misure necessarie" per risolvere il problema.